Esteri

L'Accordo del Secolo di Trump e Netanyahu è un piano di resa per la Palestina

Nessuna reazione da parte dell'Italia al cosiddetto Accordo del Secolo di Trump. A dire il vero, finora nessuna reazione neppure da parte dell'Unione europea. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, invece ha dichiarato che l'Onu insiste sulla soluzione a due Stati all'interno dei confini riconosciuti fino al 1967... è già qualcosa. Le reazioni al piano di Trump, dal mondo arabo e non solo, oscillano tra il cortese ed estremamente velato dissenso fino alla denuncia della violazione del diritto internazionale.


Così si può riassumere quello che Trump e Netanyahu hanno concordato. 

Lo Stato della Palestina, per loro, dovrebbe essere formato da un guazzabuglio di tunnel e strade che collegano un po' dell'attuale territorio della Cisgiordania con Gaza, con una parte di Gerusalemme est che ne fa da capitale. Ai palestinesi vengono "concessi" quattro anni di tempo per organizzare una forma di Stato che si adatti al cosiddetto Accordo del Secolo, concessione che però non potrà prescindere dal disarmo delle sue fazioni, a partire da Hamas.

Nel frattempo, Israele non estenderà ulteriormente i propri insediamenti in Cisgiordania, mentre quelli esistenti rimarranno. Gli Stati Uniti, da subito, riconoscono il territorio arbitrariamente delimitato nell'accordo come appartenente ad Israele, con tutte le conseguenze del caso.


Il momento in cui il cosiddetto Accordo del Secolo è stato annunciato ne descrive al meglio le sue finalità: distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dalle difficoltà giudiziarie in cui Trump e Netanyahu si trovano. Il primo è impegnato con il processo di impeachment che si svolge al Senato degli Stati Uniti, Netanyahu con quello che dovrà affrontare a Gerusalemme per corruzione.

Il piano di Trump, non solo è ridicolo e inaccettabile nei contenuti, ma lo è anche dal punto di vista del diritto internazionale che, in base alla risoluzione 242 dell'ONU, vieta l'acquisizione di un territorio occupato militarmente, senza dimenticare il divieto per un Paese occupante di creare insediamenti nei territori conquistati.

Più che un piano di pace, l'accordo è un documento di resa con cui si dice ai palestinesi: prendere o lasciare. 

Pertanto, quello elaborato da Netanyahu e Trump non solo non è un piano di pace, ma un'istigazione alla guerra,  dato che equivale, nei fatti, a gettare benzina sul fuoco.

Il piano dell'amministrazione americana definito come "l'Accordo del Secolo" è come il formaggio svizzero, con il formaggio offerto agli israeliani e i buchi ai palestinesi. Esistono molti modi per porre fine all'occupazione, ma le uniche opzioni legittime sono quelle basate sull'uguaglianza e sui diritti umani per tutti. Questo è il motivo per cui l'attuale piano che legittima, consolida e addirittura amplia la portata delle violazioni dei diritti umani di Israele, perpetuate ormai da oltre 52 anni, è assolutamente inaccettabile.Il piano Trump priva i principi del diritto internazionale di qualsiasi significato e azzera completamente il concetto di responsabilità per averli violati. Trump suggerisce di premiare Israele per le pratiche illegali e immorali compiute sin da quando ha conquistato i Territori. Israele sarà in grado di continuare a saccheggiare terra e risorse palestinesi; riuscirà anche a mantenere i suoi insediamenti e persino annettere più territorio; il tutto in completa violazione del diritto internazionale. I cittadini israeliani che vivono nei Territori continueranno a godere di tutti i diritti concessi ad altri cittadini israeliani, compresi i diritti politici e la libertà di movimento, come se non vivessero affatto all'interno di un'area occupata.I palestinesi, d'altra parte, saranno relegati in piccole enclave chiuse, isolate, senza alcun controllo sulle loro vite poiché il piano rende definitiva la frammentazione dello Stato palestinese in frammenti di territorio tra loro scollegati all'interno di Israele, non diversamente dal Bantustan in Sudafrica durante il regime dell'apartheid. Senza contiguità territoriale, i palestinesi non saranno in grado di esercitare il loro diritto all'autodeterminazione e continueranno a dipendere completamente dalla buona volontà di Israele per la loro vita quotidiana, senza diritti politici e nessun modo di influenzare il loro futuro. Continueranno a essere in balia del regime dei permessi draconiani di Israele e avranno bisogno del suo consenso per qualsiasi opera.Secondo questo piano i palestinesi dovrebbero perennemente essere assoggettati ad Israele e non potranno mai essere persone libere ed autonome. Una "soluzione" di questo tipo, che non riesce a garantire i diritti umani, la libertà e l'uguaglianza di tutte le persone che vivono tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo e perpetua invece l'oppressione e l'espropriazione da parte di Israele non può essere una soluzione legittima. È un dato di fatto, non è affatto una soluzione, ma solo una ricetta per le generazioni a venire di maggiore oppressione, ingiustizia e violenza.

Quello sopra riportato è il commento sull'Accordo del Secolo di B'Tselem, "centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati"... chissà se qualcuno vorrà bollare anche questa come organizzazione antisemita!

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
ha ricevuto 411 voti
Commenta Inserisci Notizia