Stile e forma del giardino

I giardini occupavano un posto centrale nella storia dell'arte e dell'architettura europea del XVII e XVIII secolo. Durante questo periodo si svilupparono due distinti tipi di giardini.
Nel diciassettesimo secolo, le strutture geometriche definite come giardini formali o barocchi furono progettate secondo le regole matematiche esatte e la simmetria rigorosa e imposte con piante e alberi tagliati artificialmente.
All'inizio del XVIII secolo, il desiderio di rendere i giardini più "naturali" ha portato allo sviluppo del giardino paesaggistico, basato su forme irregolari e ondulate. Ogni tipo di giardino era il risultato di un diverso insieme di valori estetici e idee filosofiche.

Ciò che distingue il giardino barocco dalla precedente tradizione del giardino rinascimentale, sebbene consistesse in gran parte degli stessi elementi, è stata la concentrazione su caratteristiche quali spazi dinamici e splendore.
Tipico è l'enorme scala del giardino barocco, la complessità della composizione, la ricchezza delle decorazioni e le ampie vedute. Molti di questi aspetti sono riconoscibili nei giardini barocchi sopravvissuti, tra cui il Giardino di Boboli (Firenze), Isola Bella (Como), Versailles (Francia), Hampton Court (Inghilterra), Het Loo (Paesi Bassi), Herrenhausen (Germania) e Petrodvorets (Russia). I giardini di questa epoca non solo avevano un importante scopo rappresentativo, ma divennero anche luoghi di incontro ideali, fungendo da centri per una serie di attività sociali, dalla ristorazione all'aperto con spettacoli musicali e teatrali, ai sport e giochi.


Ambiente naturale, design e decorazione

Il design e la decorazione del giardino barocco dipendevano non solo dall'ambiente naturale, dalle soleggiate colline italiane alle umide pianure olandesi, ma anche da considerazioni artistiche ed economiche. Inoltre, le esplorazioni seicentesche dei mari del mondo e i successivi progressi nella storia naturale e nelle scienze botaniche hanno influenzato direttamente l'aspetto dei giardini.

Esibendo piante esotiche (tulipani, aranci), animali, conchiglie e pietre importate da tutti e quattro i continenti, furono creati veri e propri "teatri del mondo", come illustrato da Joseph Furttenbach e Giovanni Battista Ferrari. I progressi scientifici e tecnologici dell'epoca si riflettevano anche in questi giardini attraverso l'uso di dispositivi ottici e meccanici.
Prospettive dipinte, illusioni scenografiche, specchi e macchine idrauliche o automi, come quelli inventati dagli ingegneri italiani Tommaso e Alessandro Francini a Saint-Germain-en-Laye (Francia) e dagli architetti-ingegneri francesi Salomon e Isaac de Caus per i giardini di Heidelberg e Wilton, in Inghilterra, ha impressionato e deliziato il pubblico.
Inoltre, le collezioni di antichità e sculture classiche erano molto ricercate per decorare il giardino e davano importanza alla propria residenza. La presenza di statue classiche nei giardini del nord Europa mostrata in modo evidente in due dipinti olandesi della fine del diciassettesimo secolo raffiguranti una tenuta principesca vicino a L'Aia e un parco immaginario può essere pienamente apprezzata solo rendendosi conto che il marmo e le statue dovevano essere importati dalla Francia o dall'Italia a costi e sforzi elevati.

Prendendo in prestito temi della mitologia classica e dei Cicli della natura e del cosmo (quattro stagioni o elementi), tali statue da giardino trasmettevano un significato più profondo, spesso incentrato sulla glorificazione del proprietario.
Rari esempi di sculture da giardino del diciassettesimo e diciottesimo secolo, che, a causa della loro esposizione al vento e alle intemperie, raramente sopravvissero, si trovano nella corte di Petrie, il giardino interno del Metropolitan Museum. Questi includono busti su piedistalli di Flora e Priapo di Bernini (1616), originariamente nei giardini di Villa Borghese a Roma, nonché una serie di figure allegoriche e vasi classici che un tempo abbellivano i giardini della Francia del XVIII secolo.

Con il contributo di Le Pietre Srl