Per il valore dell'umanità, contro fascismi, razzismi e guerre: l'appello dell'ANPI (e non solo) in occasione del 75° anniversario della Liberazione
Un pessimo inizio dell'anno in cui celebriamo il 75° anniversario della Liberazione: aggressioni e violenze di natura fascista e discriminatoria; segnali di nuove tensioni e guerre.
Si reiterano azioni criminali che vedono protagonisti elementi associati a gruppi della destra radicale che si ispirano alle idee del fascismo, del nazismo, di un nuovo e pericolosissimo razzismo. Razzismo e discriminazione sono la matrice di tante aggressioni e violenze fisiche o verbali di cui sono state e sono vittime migranti, ebrei, rom, persone senza fissa dimora, persone di diverso orientamento sessuale o di diversa scelta politica. In questo quadro maturano anche femminicidi, violenze, sessismi contro le donne e la loro libertà. Una recente, allarmante indagine rivela che una rilevante parte della popolazione nega o minimizza la Shoah. Eppure la legge Mancino sancisce penalmente ogni pratica discriminatoria “per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi”.
C'è un'emergenza culturale che richiede un impegno senza precedenti. Rinnoviamo la richiesta, sostenuta da centinaia di migliaia di firme, di scioglimento delle organizzazioni neofasciste in base alla XII Disposizione finale della Costituzione e alla legge Scelba. Le risposte sono state finora sbagliate ed inadeguate, tollerando l'intollerabile. Chiediamo al Governo attuale e al Ministro dell'Interno di intervenire con chiarezza e risolutezza per garantire i principi di libertà, democrazia, solidarietà, rispetto delle diversità. In questo quadro chiediamo di abrogare o modificare radicalmente i recenti decreti sicurezza riconducendoli nell'alveo dei valori della Costituzione e della Carta europea dei Diritti Umani.
La tragica situazione dei conflitti in tutto il mondo, e in particolare in Medio Oriente, pone all'ordine del giorno la lotta contro guerre ed escalation, come ripetutamente richiesto anche negli appelli di Papa Francesco contro l'economia di guerra e la corsa al riarmo. La guerra chiama la guerra. Basta! Ci rivolgiamo in particolare all'UE, troppe volte teatro di scelte contrastanti fra i suoi Stati membri, facendo venir meno il suo impegno per la pace, il disarmo, la promozione dei diritti umani, la democrazia.
Chiediamo con fermezza il rispetto del multilateralismo a guida Nazioni Unite ed in questo quadro chiediamo al Governo italiano e all'UE politiche ed interventi coordinati al fine di rompere la spirale delle tensioni e dei conflitti per costruire una pace stabile e duratura. In tanti, giovani, sindaci, protagonisti del mondo della cultura, dell'ambientalismo, dell'associazionismo e delle istituzioni, si sono già mobilitati in molte forme in queste settimane e in questi mesi: c'è un'Italia grande e plurale che difende e rilancia i principi costituzionali, la forza della democrazia, il valore della partecipazione.
Ora è il momento per tutti e per ciascuno di superare ogni residua rassegnazione ed indifferenza. Per queste ragioni lanciamo un appello al Paese per un più forte, determinato ed unitario impegno civile, sociale e politico:
- per contrastare neofascismo, razzismo ed esclusione
- per lottare per la pace, la libertà, i diritti, la democrazia, a 75 anni dalla Liberazione
- per il pieno rispetto della Costituzione repubblicana
- per sostenere il disarmo ed ogni forma di solidarietà con le vittime delle guerre
- In nome di un valore troppe volte trascurato e tradito: il valore dell'umanità.
I firmatari: ANPI - CGIL - CISL - UIL - LIBERA - ARCI - Partito Democratico - ACLI - ANED - Articolo Uno - Gruppo Abele - ANPPIA - Istituto Alcide Cervi - ARS - Coordinamento democrazia costituzionale - FIVL - Articolo 21 - Libertà e Giustizia - UISP - Sinistra Italiana - Partito della Rifondazione comunista