Alla Camera la ministra del Lavoro risponde alle critiche sul Reddito di Cittadinanza ma non convince le opposizioni
Nel pomeriggio di mercoledì, alla Camera, l'ordine del giorno prevedeva lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Nicola Fratoianni, del gruppo AVS, ha posto alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone la seguente domanda sul Reddito di Cittadinanza:
"Signora Ministra, che volesse togliere il reddito di cittadinanza lo sapevamo, dato che era la proposta forte della vostra campagna elettorale al grido “siamo pronti”. Tuttavia, una domanda sorge spontanea: dopo averlo deciso, prima in legge di bilancio e poi col decreto Lavoro, che cosa avete fatto in tutto questo tempo? Nella vostra geniale testa non è passata neanche per un attimo l'idea che forse andasse preparato questo passaggio? Invece no! Avete mandato un sms a 169.000 persone e famiglie, da un giorno all'altro, e gli avete detto: sapete che c'è? Sono affari vostri. Noi non ci occupiamo di voi più. Anzi, avete avuto anche l'ideona di scaricare tutto sui servizi sociali, rischiando di mettere in crisi amministrazioni comunali e locali di qualsiasi colore.Allora, la domanda è semplice: rimettete il reddito di cittadinanza o almeno rinviate, prorogate la sua eliminazione, finché non sarete in grado di offrire soluzioni dignitose a persone che hanno bisogno di sostegno... a persone che hanno bisogno di sostegno!"
Questa la risposta della ministra del Lavoro:
"Sono lieta di poter rispondere oggi sui temi posti dall'onorevole Fratoianni, lieta, in particolare, perché quest'occasione mi consente di descrivere, seppure in breve, il lavoro complesso e serio - lo assicuro - che il Ministero che rappresento sta svolgendo in relazione alle misure di superamento del reddito di cittadinanza.Le misure introdotte da questo Governo con il decreto Lavoro, in particolare l'assegno d'inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro, sono volte a tutelare le persone e i nuclei con fragilità, nonché a sostenere i soggetti, di età compresa tra i 18 e i 59 anni, appartenenti a nuclei vulnerabili nella ricerca di un'occupazione.All'attuazione di queste misure, come ha chiarito anche l'INPS con un messaggio del 31 luglio, il Ministero, le regioni, i servizi sociali, i centri per l'impiego e l'INPS stanno collaborando per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Sul punto si è tenuto ieri un tavolo di aggiornamento sui lavori in corso, con la presenza di rappresentanti delle regioni, di ANPAL e ANPAL Servizi, per fare il punto insieme sullo stato di attuazione delle misure, soprattutto in vista della data del 1° settembre prossimo, con l'avvio del supporto per la formazione e il lavoro.Con riferimento alla sospensione del reddito di cittadinanza per chi ha già fruito di 7 mensilità e dei riflessi del nuovo impianto normativo, alcune regioni hanno evidenziato di aver già avviato una proficua collaborazione con le sedi territoriali dell'INPS. Per quanto riguarda, invece, i nuclei in condizione di fragilità particolare, i servizi sociali hanno già avviato la fase della valutazione multidimensionale successiva alla presa in carico, avvenuta, sin dai primi giorni del mese di luglio, per 88.000 soggetti.Successivamente. questa platea, dopo una fase transitoria nella quale continuerà a percepire il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, beneficerà, senza alcuna interruzione, dell'assegno di inclusione, a partire da gennaio 2024. In proposito, pur rimanendo confermata la previsione generale relativa al riconoscimento della misura nel limite massimo di 7 mensilità e, comunque, non oltre il termine del 31 dicembre 2023, il decreto Lavoro dispone che i percettori di reddito di cittadinanza non attivabili al lavoro, per i quali venga comunicata la presa in carico da parte dei servizi sociali entro il termine di 7 mesi e, comunque, non oltre il 31 ottobre, potranno continuare a fruire del beneficio fino al 31 dicembre 2023.Al fine di velocizzare il più possibile la presa in carico di tutti i potenziali beneficiari delle nuove misure, il Ministero del Lavoro, peraltro, sta seguendo, con particolare attenzione, il potenziamento della rete territoriale dei centri per l'impiego, in linea con gli obiettivi del PNRR. Ricordo che, al 31 dicembre 2022, 327 centri per l'impiego presentano uno stato di avanzamento delle attività superiore al 50 per cento. Tra i 327, 274 hanno completato al 100 per cento almeno la metà delle attività programmate a livello regionale.Quanto alla capacità dei centri per l'impiego di sostenere e gestire il patto di servizio personalizzato, si rappresenta che, al 30 giugno 2023, dall'avvio del programma GOL, sono state prese in carico 1,3 milioni di persone.Da questa disamina, dunque, può risultare chiaramente all'interrogante che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è concentrato con attenzione ed estrema scrupolosità. Posso garantire che non si trovano precedenti in altre esperienze di Governo in ciascuna di queste questioni poste, agendo direttamente e coordinando le azioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Si tratta di un lavoro articolato che vede già i suoi risultati, come gli ultimi dati sull'occupazione attestano.Quindi, voglio dire all'interrogante che questo Governo, attraverso l'incentivo al lavoro e il sostegno necessario ai nostri concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno soffia, cercando di costruire dissenso".
Questa, invece, la risposta alla risposta di Nicola Fratoianni:
"Ministra, la ringrazio per la lunga risposta, ma non sono affatto soddisfatto. Abbiamo ascoltato una lunga sfilza di locuzioni: stiamo svolgendo un lavoro, stiamo collaborando per garantire, stiamo facendo il punto, si è attivata una fase di valutazione, stiamo seguendo il potenziamento; stiamo, anzi state. Nel frattempo, mentre state, le persone stanno per strada. È chiaro? Bisogna che l'abbiate chiaro, perché mentre voi state pensando, facendo, svolgendo e monitorando, le persone sono disperate. Qui non c'è qualcuno - noi, le opposizioni - che soffia sul fuoco, perché il fuoco lo avete appiccato voi. Voi avete sparso benzina e ci avete buttato l'accendino. È chiaro? Avete appiccato il fuoco e non c'è bisogno di soffiare. Avete appiccato il fuoco quando mandate un sms per dire che da domani sono fatti vostri e poi venite qui a raccontare, in diretta televisiva a quelle famiglie e al Paese, che però, intanto, ve ne state occupando in vista del 1° settembre.Le faccio una domanda, Ministra, una domanda cui può rispondere magari dopo, perché ci sono altri question time. Ma da qui al 1 settembre, ad agosto, quelle famiglie che fanno? Ci avete pensato che cosa significa, per chi è disperato, fare i conti con un mese di fronte in cui non sa dove sbattere la testa? No, non ci avete pensato, perché la verità è che questa scelta, quella che avete fatto, eliminando il reddito di cittadinanza, esattamente come la scelta che fate, rinviando la discussione sul salario minimo, dopo aver pensato di abbatterlo con l'emendamento soppressivo, ed esattamente come le scelte che avete fatto reintroducendo i voucher e aumentando la possibilità del ricorso ai contratti a tempo determinato, è la scelta di chi pensa che le fragilità, le debolezze e la povertà siano una colpa. Voi fate la guerra ai poveri e non alla povertà.Lo volevo solo dichiarare per correttezza nei suoi confronti e nei confronti dell'Aula. Voi dovete fare i conti con la responsabilità delle vostre scelte. Smettetela di prendervela con le opposizioni, che - lo ripeto - non soffiano su alcun fuoco. L'unico fuoco è quello che avete appiccato voi. Fateci i conti e prendete dell'acqua per spegnerlo. Quell'acqua si chiama capacità di empatia, si chiama capacità anche di tornare indietro. Del resto, dal primo minuto avete fatto i conti con l'impossibilità di eliminare forme di sostegno. Allora ripensateci: reintroducete il reddito, perché del reddito c'è bisogno. Anzi, andrebbe allargato, altro che cancellato".
Quello di cui molti italiani non si rende conto è che Meloni, dopo aver urlato in campagna elettorale che avrebbe cancellato il reddito di cittadinanza, una volta al governo si è resa conto che non avrebbe potuto farlo. In compenso, però, gli ha cambiato nome, gli ha sottratto una parte di risorse per destinarla agli sgravi fiscali di chi non ha certo problemi ad arrivare a fine mese e vi ha aggiunto altre peculiarità per diminuirne accesso e durata.
Neppure i 5 stelle, a cui si deve il provvedimento, hanno mai detto che il RdC fosse intoccabile... tutt'altro! Ma una cosa è migliorarlo,per renderne più efficace l'attuazione in base alla finalità di re-inclusione nel mondo del lavoro, altra è utilizzarlo come strumento di propaganda politica, per contrapporsi alla sinistra, finendo però per danneggiare chi ha realmente bisogno.
Niente di cui stupirsi, visto che i fascisti, da sempre, hanno fatto politica individuando di volta in volta un nemico su cui scaricare le proprie mancanze a la propria incapacità, un nemico da dare in pasto al proprio elettorato come causa di tutti i mali.
E come al solito, quando saranno esauriti tutti i nemici a disposizione, chi ha votato i fascisti di questa maggioranza inizierà ad accorgersi di esser diventato anche lui un nemico.
La storia, come sempre, si ripete.