Accise carburanti: facciamo chiarezza
Se in Italia applicassimo l'aliquota tedesca o francese per le accise benzine, il risparmio sarebbe di solo 6-7 centesimi per litro.
Un'inezia rispetto a quanto sono saliti i prezzi.
Le accise per la benzina più alte in Europa sono in Olanda con 0,813 euro al litro (dati 2021), nonostante il paese sia sede del Title Transfer Facility per il gas come di compagnie petrolifere e raffinerie.
Segue a ruota la Norvegia con 0,778 euro al litro, nonostante sia uno dei paesi che estraggono petrolio.
Dunque, quanto costa la benzina ad una nazione non ha un nesso diretto con quanto questa nazione impone come accise.
Venendo all'Italia, la nostra accisa benzine è di 0,728 euro/litro, mentre in Francia è di 0,683 euro/litro e in Germania 0,655 euro/litro.
Nel 2021 le finanze pubbliche accise sui carburanti hanno portato allo Stato 23,8 miliardi di euro secondo una stima di Adm.
Se da noi avessimo applicato nel 2021 l'accisa benzine tedesca lo Stato incassava 'solo' 21.413.461,54 euro, cioè 2.386.538,46 euro in meno.
Sembra poco, ma ci si pagano gli stipendi di una maestra su dieci.
E se avessimo applicato l'aliquota dell'Ungheria (0,345 euro al litro) alle nostre accise benzina, lo Stato nel 2021 incassava solo 11.278.846,15 euro in meno, cioè gli stipendi del 55% delle maestre.
Soprattutto, questi risparmi sul costo della distribuzione delle benzine diventerebbero anche un risparmio per gli automobilisti?
Improbabile.
Nel caso di una aliquota come in Francia o Germania, il risparmio sarebbe invisibile, dato che i prezzi 'alla pompa di benzina' calano di soli 7 cent per litro.
Viceversa, con le accise di Orban, alla pompa di benzina il risparmio sarebbe di soli 38 cent per litro.
Cioè non è con le accise che Orban tiene il prezzo della benzina a 1.707 euro al litro, con le sue accise la nostra benzina costerebbe comunque più che in Francia o in Germania e quei 38 cent di risparmio per i consumatori sarebbero erosi in breve tempo dalla risalita dei prezzi petroliferi tipica dell'inverno.
In altre parole, non è nelle accise la soluzione dei costi al consumatore e neanche nel costo "industriale" della benzina al netto delle imposte, che vede l'Italia a centroclassifica nella media europea.
C'è evidentemente un problema nella 'rete di distribuzione' se "l’obbligo di esporre il prezzo medio spinge i benzinai ad allineare i prezzi verso l’alto" (Milano Finanza) e se c'è chi vende la benzina a 2,499 e chi a 1,959.
Ma, a parte le solite speculazioni sulla pelle dei viandanti, oggi motorizzati, c'è anche un problema di percezione.
Se una autovettura percorre 15 chilometri con un litro e in un anno i chilometri percorsi sono 20mila, la differenza di quanto si spende tra un costo della benzina a 1.900 o a 2.000 euro al litro è di una decina di euro al mese, circa 40 centesimi al giorno.
Tutto qui.
P.S. se il prezzo fosse a 1.707 come in Ungheria, si tratterebbe di poco più di 1 euro di risparmio al giorno percorrendo 20mila chilometri all'anno, 60 centesimi a percorrerne meno di 12mila come gran parte degli italiani.
Ma poi ... le maestre chi le paga?