Steve Bannon e Aleksandr Dugin? I sacerdoti dei populismi anticamera dei totalitarismi
Claude Hollerich, arcivescovo del Lussemburgo, presiede la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE), organismo che riunisce i vescovi delle Conferenze Episcopali dei Paesi dell´Unione Europea.
Hollerich, in un articolo pubblicato su Civiltà Cattolica che ha per argomento le prossime elezioni europee, denuncia quello che definisce il "gioco infame" dei populismi che alimentano le paure della gente, indicando, senza tanti giri di parole, Steve Bannon e Aleksandr Dugin come i principali responsabili di una narrazione che distrae le persone dai problemi reali, organizzando "danze intorno a un vitello d'oro".
Processo di integrazione, paure, ordine, migrazioni, identità, popolo, democrazia, sociale, ambiente i temi trattati da Hollerich nella sua riflessione in cui denuncia che "l'Europa, che sta perdendo la propria identità, si costruisce identitarismi, populismi, in cui la nazione non è più vissuta come comunità politica, ma diventa un fantasma del passato, uno spettro che trascina dietro di sé le vittime delle guerre dovute ai nazionalismi della storia. I populismi vogliono allontanare i problemi reali, organizzando danze intorno a un vitello d'oro".
"I populismi - secondo l'arcivescovo del Lussemburgo - costruiscono una falsa identità, denunciando nemici che sono accusati di tutti i mali della società: ad esempio, i migranti o l'Unione Europea.
I populismi legano gli individui non in comunità dove l'altro è una persona vicina, un partner nel dialogo e nell'azione, ma in gruppi che ripetono gli stessi slogan, che creano nuove uniformità, che sono l'anticamera dei totalitarismi."
Chi sono i responsabili di ciò? "Steve Bannon e Aleksandr Dugin – scrive mons. Hollerich – sono i sacerdoti di tali populismi che evocano una falsa realtà pseudo-religiosa e pseudo-mistica, che nega il centro della teologia occidentale, che è l'amore di Dio e l'amore del prossimo.
Perché l'amore non può esistere senza libertà, e la libertà è la condizione indispensabile di ogni interazione umana, è la condizione indispensabile dell'agire e della responsabilità politica.
Senza libertà la nostra fede non esiste. Risvegliamo quindi nei nostri cittadini il senso della libertà, della responsabilità e della solidarietà, diamo priorità a una fede viva, che è relazione, a una fede che non ha bisogno di offrire sacrifici sugli altari di Baal.
Ma non lasciamoci ingannare: in un mondo che è alla ricerca di comunità, l'identità è importante. Si devono rispettare tutte le identità; al tempo stesso, però, si deve fare di tutto perché esse non siano chiuse, ma aperte, e divengano identità dialoganti".
Ed "il rispetto del popolo è l'antidoto contro i populismi. Il popolo non è una massa anonima che chiede di essere dominata: è composto da persone molto diverse – con la loro esperienza umana che le rende uniche –, che sono i soggetti dei diritti dell'uomo. È questo profondo rispetto per i diritti dell'uomo che distingue le sette dalle religioni, i totalitarismi dalle democrazie. Le forme di governo democratiche sono la migliore salvaguardia dei diritti dell'uomo".