Non mi dispiaceva il mio appartamentino, ero da poco andato in pensione e con la mia piccola liquidazione, frutto di un modesto lavoro da impiegato e qualche soldino messo da parte, non senza qualche sacrificio, avevo deciso di prendermi finalmente casa.
Niente di eccezionale, un bilocalino di circa vent’anni, ben tenuto, con i suoi serramenti ben spessorati in legno douglas e con doppi vetri, la sua caldaia all’aperto sul balconcino e un ampio box, purtroppo, con poco spazio esterno a disposizione per le manovre.
Avevo da poco traslocato, giusto il tempo, causa pandemia, per dovermi chiudere in casa, dove nell’attesa di poter uscire per passeggiare, conoscere i nuovi vicini e bere un caffe’ al bar di fronte, trascorrevo piacevolmente il mio tempo ascoltando musica, leggendo e cucinando.
Una mattina, ero sceso per buttare la spazzatura e sulla bacheca condominiale ho visto un avviso dell’amministratore.
L’avviso recitava:
«Per fronteggiare la crisi economica messa in atto dal triste avvento della pandemia da Covid 19, il governo ha stanziato dei soldi, per il miglioramento energetico del patrimonio edilizio esistente, varando la legge del superbonus 110%.Grazie a questa Legge, per ogni 100 euro che spenderai, per rinnovare il tuo edificio, lo stato te ne rimborserà 110 in cinque anni, cioè, non solo ti rimborserà tutti i lavori ma ti darà in premio una cifra equivalente al 10% dell’importo che avrai anticipato e che ti sarà interamente rimborsato in cinque anni.Per ottenere questo beneficio andranno effettuate delle opere edilizie , che dovranno migliorare l’efficienza energetica del fabbricato facendolo migliorare di almeno due classi energetiche ecc. ecc.»
Il cartello è stato l’occasione per cominciare a conoscere i miei vicini. Mentre lo stavo leggendo mi si è avvicinato un signore , abitante nello stesso palazzo, al terzo piano, il quale, dopo essersi presentato ha iniziato, entusiasticamente, a magnificare questa iniziativa del governo, sottolineando che senza tirare fuori un centesimo , miglioreremo l’efficienza energetica del palazzo e con il salto di due classi i nostri appartamenti acquisteranno maggior valore.
Rientrato nel mio bilocalino, frutto del mio modesto lavoro di una vita e scelto come posto per vivere in tranquillità la mia vecchiaia, ho iniziato ad informarmi su questa geniale legge, non senza domandarmi dove stesse la logica di depauperare così allegramente il pubblico danaro.
Ma mentre cercavo di informarmi, l’Amministratore, senza perdere tempo, convocava una Assemblea Condominiale da svolgersi, causa Covid, all’aperto nel cortile, con all’ordine del giorno il tema Supebonus 110%.
Quel giorno pioveva e tutti, a debita distanza fra di noi , coperti dai nostri ombrelli, abbiamo, anzi hanno, poiché valeva la maggioranza di un terzo dei condomini, deliberato l’avvio dello studio di fattibilità per ottenere il Superbonus 110%.
Tempo una settimana ed eravamo di nuovo riuniti in assemblea condominiale, manco a farlo apposta, anche quel giorno pioveva e per non bagnarci tutti ci siamo trasferiti all’asciutto, occupando il vano scale condominiale, distanziandoci fra di noi di cinque o sei gradini e finendo nel distribuirci su tre piani.
Quel giorno l’amministratore aveva portato con sé un geometra che ci ha illustrato lo studio di fattibilità , invitandoci, nel caso ci piacesse, a deliberare subito l’avvio delle opere da lui indicate, cosa che prontamente, la maggioranza di un terzo, ha votato e approvato.
Mi è stata consegnata una scheda dove sommariamente venivano elencati i lavori che erano nell’ordine:
cappotto con coibentazione pareti termiche, sostituzione serramenti, sostituzione caldaie, impianto fotovoltaico con installazione colonnine di ricarica autovetture elettriche.
Tutto gratis tranne il fotovoltaico, le cui detrazioni non coprivano il costo totale dell’intervento e che quindi richiedevano un non irrilevante esborso dalle nostre tasche.
Ovazioni ed approvazione da parte dell’assemblea sempre più che mai soddisfatta, dopodiché siamo passati ad alcuni dettagli.
Il primo riguardava il cappotto, al riguardo il geometra esordì come segue: «Vi informo che con il cappotto, la casa non respirerà più come prima e quindi usciranno muffe e macchie di umidità avete pensato quali accorgimenti prendere per evitare questi danni?»
Personalmente, ho pensato all’accorgimento più banale, cioè quello di cambiare spesso aria alla casa aprendo le finestre. Non l’avessi mai detto, subito sono stato subissato di contestazioni del tipo: «Ma si rende conto di quanto calore sprecherà aprendo le finestre?»
Non ci ero arrivato, loro avevano una soluzione migliore e cioè quella di fare un bell’impianto di ventilazione controllata:«Un paio di fori nel muro, un po’ di tubi di andata e ritorno dell’aria nei vari vani, qualche opera di muratura tipo cartongesso per nascondere i tubi, scanalature nei muri per l’impianto elettrico e tac, la casa tornerà come prima, a respirare».
Purtroppo però , il costo della ventilazione meccanica controllata non rientrava nel supebonus 110 e quindi diventavano delle spese in più a cui sommare anche le precedenti del fotovoltaico.
Vennero poi illustrati i nuovi serramenti, sottolineando la non invasività dell’intervento, un intervento molto veloce e che recherà pochissimo disturbo alle persone in casa.
Mi chiedevo come era possibile cambiare i serramenti senza rompere, fare polvere, rumori, e la risposta mi raggiunse subito:
«Toglieremo solo le ante delle finestre e praticamente ricopriremo i vecchi stipiti, sormontandoli con dei nuovi stipiti rigorosamente in pvc».
Quindi, ho pensato che i nuovi stipiti sarebbero diventati certamente più grossi dei precedenti e avrebbero fatto passare meno luce.
Ho timidamente cercato di far presente che sommando tutti i centimetri di luce persi per ogni finestra, alla fine era come se l’appartamento avesse perso una finestra, ma la cosa non ha minimamente influenzato i presenti, sempre più soddisfatti della gratuità di una parte delle opere.
Ciliegina sulla torta il colore dei nuovi serramenti, la maggioranza ha votato finto legno
«perché il finto legno da una maggiore sensazione di calore».
Pensavo che di aver finito e di ritornare nel mio bilocalino che cominciavo, francamente ad odiare un pochino, quando venni colpito alla schiena da un'ulteriore notizia.
Manca il punto “posizionamento colonnine di ricarica auto elettriche”, colonnine che il geometra ha piazzato nel cortiletto davanti ai box, giustificandosi così: «Certamente, qualcuno di voi avrà maggiori difficoltà di manovra per entrare ed uscire dal suo box e certamente non potrete più prendere autovetture di grosse dimensioni, ma è un sacrificio che va fatto per non ostacolare un futuro di energia verde».
Non mi dispiaceva il mio appartamentino, ma ho deciso di metterlo in vendita, ora sul parapetto del mio balcone troneggia un cartello con su scritto
“OCCASIONE. Vendesi bilocale con superbonus 110 % in corso ricco di tante migliorie aggratis”.