Il criminologo Vincenzo Musacchio su Matteo Messina Denaro.

Che Matteo Messina Denaro muoia oggi o fra una settimana poco cambierà. Con la sua dipartita finirà nei fatti la sua mitizzazione e mi auguro non se ne parli più.

Non dobbiamo, però dimentichiamoci che parliamo di un individuo ferocissimo cresciuto nell’ombra di Totò Riina. Sicuramente uno dei membri più influenti e pericolosi dell’organizzazione mafiosa denominata Cosa Nostra.

La sua abilità e il suo potere economico (e probabilmente ricattatorio) gli hanno permesso di rimanere invisibile e sfuggire alla caccia che in tanti gli hanno dato. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura Messina Denaro è riuscito a rimanere latitante per tre decenni.

Lo schermo di protezione, di complicità e di corruttela che si è creato gli ha consentito di eludere la giustizia e il carcere. Questo suo potere l’ha reso una leggenda vivente per il mondo criminale ma purtroppo anche per le persone più deboli e disagiate.

Resta un simbolo del potere e dell’impunità della mafia e quest’affermazione mi pare evidente e comprovata dalla realtà. Nel 2022 è stato arrestato (o si è fatto prendere per essere meglio curato?) e la sua invisibilità è finita e finalmente abbiamo saputo che volto avesse. Fino a meno di un anno fa non conoscevamo neanche i suoi tratti somatici. La sua ultima foto, infatti, risaliva a trent’anni fa.

La sua scomparsa, di fatto, segnerà la fine dell’era “stragista” nell’universo criminale legato a Cosa Nostra e non solo. Avrà sicuramente un impatto indicativo sulle dinamiche del crimine organizzato siciliano. La sua figura dominante e il tipo di controllo sulla mafia siciliana probabilmente non si ripeteranno. Il vuoto lasciato dalla sua morte potrebbe essere colmato da nuovi leader o figure emergenti ma non ci sarà più un capo assoluto.

La morte di Matteo Messina Denaro nei fatti imporrà di elaborare nuove strategie di lotta contro la mafia. Cosa Nostra ha subito un colpo mortale, ma pensare di averla sconfitta definitivamente è un grandissimo errore di valutazione.

Ci vorrà ancora molto tempo e, come diceva Giovanni Falcone, occorrerà impegnare le forze migliori al servizio delle istituzioni.

Vincenzo Musacchio, criminologo forense, giurista, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ottanta.