Non vi è nulla di più straordinario della decisione di emigrare, nulla di più straordinario della ridda di emozioni e pensieri che inducono una persona a dire addio ai vecchi legami e ai luoghi familiari, a solcare le scure acque dell'oceano per approdare in una terra straniera.
Oggi, in un' epoca in cui grazie ai mezzi di comunicazione di massa a un capo del mondo si sa tutto ciò che accade nell'altro, non è difficile capire come la povertà o la tirannia possa spingere una persona a lasciare il proprio paese per un altro.
Ma secoli fa l'emigrazione era un salto nel buio, era un investimento intellettuale ed emotivo enorme.
Le forze che indussero i nostri antenati a quella decisione estrema, lasciare la propria casa e intraprendere un' avventura gravida di incognite, rischi e immense difficoltà, dovevano essere soverchianti.
Nel suo libro intitolato Gli sradicati, Oscar Handlin descrivendo l'esperienza degli immigranti focalizza nel viaggio il momento più tragico e sconvolgente: "Il viaggio sottopone l' emigrante a una serie di emozioni devastanti ed ha un' influenza decisiva sulla vita di tutti coloro che riescono a sopravvivere". L'immigrazione è stata la principale fonte di crescita demografica e politica degli Stati Uniti d'America e ha contribuito quasi in maniera totale all'arricchimento culturale della storia statunitense.
Una storia che oggi viene cambiata da Donald J.Trump la cui politica ha più volte evidenziato l'illogicità della grande democrazia americana.
A parte che negli Stati Uniti perdere il lavoro significa anche perdere altri benefit ad esso associati, come ad esempio l'assicurazione sanitaria.
A parte un sistema di istruzione basato esclusivamente sul censo sulla base del quale solo ai cittadini abbienti è permesso l'accesso allo studio mentre a quelli meno abbienti resta inevitabilmente precluso.
All'uopo va riportata la notizia che qualche giorno fa il presidente Trump ha annunciato di voler sospendere, temporaneamente, l'immigrazione negli Stati Uniti:
"In light of the attack from the Invisible Enemy, as well as the need to protect the jobs of our GREAT American Citizens, I will be signing an Executive Order to temporarily suspend immigration into the United States!"("Alla luce dell'attacco del nemico invisibile, nonché della necessità di proteggere i posti di lavoro dei nostri GRANDI cittadini americani, firmerò un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente l'immigrazione negli Stati Uniti!")
Difficile, adesso, pensare che questo provvedimento possa avere un qualche impatto, visto che in America è impossibile andare per mancanza o quasi di collegamenti e, soprattutto, perché nessuno ha intenzione di andarvi, dato che lì c'è il maggior focolaio epidemico al mondo.
Ma quello che è da sottolineare è il "temporaneamente" indicato dal presidente americano: non si può sapere fino a quando tale provvedimento sarà valido.
Con tale decisione egli, dunque, pensa solo di potersi ingraziare gli americani che hanno perso il lavoro in vista delle presidenziali di novembre, mentre non si accorge di star ulteriormente picconando le fondamenta su cui la stessa economia Usa si poggia.
Infatti, se come sembra, si deve intendere il suo "ordine esecutivo" allargato a tutti, tra gli immigrati ci sono anche quelli che fanno funzionare gli ospedali, i centri di ricerca, o le aziende. Insomma i "grandi" cittadini americani ai quali fa riferimento nel suo comunicato.
Sarebbe bello ricordargli le parole di Walt Whitman: "Questi Stati sono il poema più ampio, Qui non v' è solo una nazione ma una brulicante Nazione di nazioni."
O quelle di George Washington: "Il grembo dell' America è pronto ad accogliere non solo lo straniero ricco e rispettabile, ma anche gli oppressi e i perseguitati di ogni nazione e religione; a costoro dovremmo garantire la partecipazione ai nostri dirittie privilegi, se con la loro moralità e condotta decorosa si mostrano degni di goderne".
Ma se L'America chiude,l'Italia apre. Interessante è la scia in controtendenza che sta trapassando l'Appennino.
Sarà per il fatto che la manodopera straniera rappresenta per il settore primario una risorsa importante,infatti secondo i dati della Coldiretti quasi un terzo delle ore lavorate in agricoltura (27%) sono a carico di cittadini stranieri, percentuale che cresce se si considera anche il lavoro sommerso, che non rientra nelle statistiche.
Sarà perché in tutto sono 370mila i lavoratori stranieri regolarmente assunti che lavorano in campo, eseguendo svariate mansioni, dalla raccolta delle mele e dell'uva fino alla mungitura delle vacche. Lavoratori che oggi, a causa dell'epidemia di coronavirus, rimangono nei propri paesi di origine.
Sarà che il timore di contrarre il virus frena molti stagionali dall'intraprendere il viaggio verso le nostre campagne.
Sarà che nessun italiano giovane o meno è interessato allo svolgimento di suddetta bassa manovalanza.
Ed essendo evidente il danno enorme per il made in Italy che si avvale di manodopera straniera per tante lavorazioni.
È allo studio l'idea di una sanatoria.
A dare il via alla discussione sono state le dichiarazioni del ministro dell'interno Luciana Lamorgese che, lo scorso mese, nel rispondere ad una interrogazione, ha chiarito che l'esecutivo pensa di concedere la regolarizzazione agli stranieri in maniera irregolare presenti nel nostro paese. A tal proposito, spiega il ministro, in Parlamento è depositata una proposta di legge di iniziativa popolare, la quale comprende la sanatoria all'interno di una più ampia riforma sull'immigrazione.
Sarebbero più di 300mila gli immigrati pronti ad uscire dalla situazione di irregolarità. Un'emersione, grazie alla quale, arriverebbero 405 milioni di Irpef attualmente non versata e 804 milioni di contributi previdenziali e assistenziali.
L'idea allo studio è di prevedere, nel momento in cui il contratto di lavoro viene firmato, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.
Grande sarebbe l'impatto sull'economia del Paese. Come riporta il Sole 24 Ore, si tratterebbe di un provvedimento straordinario, come quello del 2012, che potrebbe garantire all'erario entrate per 1,2 miliardi di euro totali. Un vantaggio economico che non esaurirebbe la sua forza subito ma che, anzi, potrebbe aumentare nel lungo periodo, considerando che i lavoratori stranieri, una volta regolarizzati, potrebbero restare contribuenti attivi per diversi anni. Secondo l'Inps, cinque anni dopo la sanatoria precedente, l'80% dei lavoratori emersi risulta ancora regolarmente occupato.
E dunque:«Ricordate sempre che tutti noi, io e voi in special mondo, discendiamo da immigrati e rivoluzionari».
Così disse il presidente Franklin Delano Roosevelt al congresso delle Daughters of the American Revolution.