Nika Shakarami, nata il 2 ottobre 2005 a Khorramabad, nella provincia di Lorestan, era una giovane di soli 16 anni quando scomparve durante le proteste iraniane del 2022. La sua morte, avvenuta in circostanze sospette, è diventata un simbolo di resistenza e lotta per i diritti delle donne nel regime degli ayatollah.

Nika fu tra i moltissimi giovani iraniani che nel settembre 2022 parteciparono alle proteste per l'uccisione di Mahsa Amini, avvenuta dopo esser stata arrestata dalla polizia morale. Nika, durante le manifestazioni, scomparve a Teheran il 20 settembre. L'ultima lvolta in cui era stata vista si trovava sul viale Keshavarz . Aveva lasciato casa sua intorno all'una portando con sé una bottiglia d’acqua e un asciugamano come protezione contro i gas lacrimogeni.

La famiglia di Nika fu informata della sua morte dieci giorni dopo la sua scomparsa. La sua morte è avvenuta in circostanze sospette, tanto che fin da subito si ritenne che fosse dovuta in seguito a violenze subite da parte delle forze di sicurezza.

Un documento di cui, di recente, è venuta in possesso BBC News rivela che Nika Shakarami fu uccisa dalle forze di sicurezza che, dopo averla arrestata, l'hanno anche violentata.

Al tempo, le autorità iraniane negarono qualsiasi illecito, diffondendo sulla morte di Nika diverse notizie, anche contraddittorie, costringendo dietro minaccia alcuni membri della famiglia a confermarne la veridicità. Il corpo di Nika fu identificato dai familiari che volevano seppellirla a Khorramabad, ma il corpo fu sequestrato dalle autorità iraniane e sepolto a Hayat ol Gheyb.

Un certificato medico dichiarò che la ragazza aveva perso la vita a causa di "ferite multiple causate da colpi sferrati con un oggetto rigido". Alcuni familiari che pretendevano arrivare alla verità furono arrestati e successivamente costretti a confessare alla tv di Stato che la ragazza era morta suicida lanciandosi da un edificio, confermando il risultato dell'inchiesta della procura di Teheran.

Nella documentazione di cui BBC News è venuta in possesso si ha la conferma che il suicidio di Nika è soltanto una verità di comodo, perché la ragazzina fu assassinata da tre membri delle forze di sicurezza che hanno anche abusato di lei mentre era in custodia.

L'inchiesta si basa sulla trascrizione di un'audizione, riguardo al caso della ragazza, tenuta dalle Guardie della rivoluzione con membri delle forze di sicurezza che tenevano sotto controllo le manifestazioni. Secondo la ricostruzione, alcuni agenti infiltrati tra i dimostranti a Teheran avevano individuato Nika come una leader delle rivolte e per questo motivo avevano catturato la ragazza durante le manifestazioni.

Ammanettata e caricata su un anonimo furgone, Nika era sorvegliata da tre agenti e inizialmente fu  portata in alcuni centri di detenzione che però non la vollero prendere in consegna perché le celle erano già stipate o per timore che la ragazza potesse incitare i detenuti a ribellarsi.

Così decisero di portarla a Evin, il carcere dei dissidenti politici iraniani. Durante il viaggio, Nika si ribella e uno degli agenti si siede sopra di lei e comincia a molestarla sessualmente. La ragazza cerca di difendersi ma viene colpita con manganellate e con un taser. Sentendo le grida ma non riuscendo a capire precisamente quanto stesse succedendo nel retro del furgone, il capo degli agenti di sicurezza seduto accanto al guidatore ordinò di accostare e quando aprì il portellone vide il corpo senza vita della ragazza.

Dopo che una stazione di polizia si rifiutò di accettarne il cadavere, gli assassini decisero di abbandonarne il corpo sul bordo di una strada. Secondo l'inchiesta, i responsabili della morte di Nika pare non abbiano subito provvedimenti disciplinari.



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