Le primarie del PD hanno avuto luogo e si sono svolte come la celebrazione di un rito, con tutte le cerimonie ad esso collegate, che ne stanno determinando l'inutilità se non l'assurdità.

Lo strumento, di per sé, è quanto di più democratico un elettore si possa attendere da un partito. Però, i metodi scelti per la sua attuazione, oltre al contesto, hanno stravolto il senso delle primarie tanto che il risultato, in alcuni casi, è già dato per acquisito prima del loro svolgimento e l'affluenza e la tipologia degli elettori sono diventati elementi di propaganda politica, con le previsioni di quello che sarà il voto elettorale vero e proprio.

Rimanendo alla cronaca, il Partito Democratico non ha ancora ufficialmente comunicato risultati e affluenze delle varie consultazioni che si sono svolte in varie parti d'Italia, domenica 6 marzo.

L'attenzione principale era puntata sulle città di Roma e Napoli. A Roma, la vittoria è andata al renziano di ferro Roberto Giachetti, mentre a Napoli Valeria Valente ha tolto dall'imbarazzo il PD che altrimenti si sarebbe visto costretto ad appoggiare Bassolino e si sarebbe poi ritrovato, più che a supportarne i programmi, a giustificarne la  candidatura.

Tutto come previsto? La risposta più o meno può essere affermativa. Va però considerato l'aspetto affluenza, non così esaltante a dispetto delle dichiarazioni rilasciate da Orfini nella mattinata di ieri. Anche i mezzi di informazione facevano vedere dei gazebo con degli elettori in coda ed intervistavano persone entusiaste che finalmente potevano scegliere un candidato più adatto rispetto a Marino!

A fine giornata, però, a Roma aveva votato meno del 2% della popolazione della  capitale, intorno alle 40.000 persone. Alle primarie che avevano sancito la vittoria di Marino il numero di elettori era stato intorno ai 100.000 con un risultato definito, già allora, non certo esaltante.

Stavolta, titola sarcasticamente Il Fatto Quotidiano, non hanno votato neppure i cinesi! Ma i vertici del PD non perdono la fiducia per così poco ed ecco che si affollanno le dichiarazioni di estrema soddisfazione sia per il voto che per l'affluenza, specialmente a Roma, nonostante gli scandali registrati solo qualche mese fa.