di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo - Salerno 

Il MEDICO DI MEDICINA GENERALE è un libero professionista convenzionato con il Servizio sanitario Nazionale. Le due principali tipologie di medico di medicina generale sono il medico di Assistenza Primaria (o Medico di famiglia) e il medico di Continuità Assistenziale (ancora oggi più conosciuta come Guardia Medica).

Il Medico di famiglia, nel nostro sistema, è il medico di scelta fiduciaria da parte del cittadino e fornisce assistenza di primo livello nel proprio studio medico, al domicilio dell'assistito, nelle strutture residenziali (RSA, Case di riposo, Ospedali di comunità).

Egli è responsabile dell’erogazione di cure integrate e continuative ad ogni singola persona che ricerca cure mediche indipendentemente dal sesso, dall’età e dal tipo di patologia. Cura gli individui nel contesto della loro famiglia, della loro comunità e cultura, rispettando sempre l’autonomia delle persone. Sa di avere anche una responsabilità professionale nei confronti della comunità nella quale lavora.


Per esercitare la professione di MEDICO DI MEDICINA GENERALE è necessario:

  • l'abilitazione all'esercizio della professione di Medico Chirurgo (previo conseguimento della Laurea in Medicina e Chirurgia);
  • l'iscrizione all'Ordine Professionale dei medici, nella provincia di residenza;
  • il possesso del diploma di formazione specifico in medicina generale (che si consegue con un corso post-laurea triennale);
  • la partecipazione ad appositi concorsi, banditi dalle Regioni, a seguito dei quali si è inseriti in apposite graduatorie regionali.

E’ di particolare rilievo il fatto che per poter ottenere la Convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale come medici di famiglia è necessario oggi essere in possesso dell’attestato di formazione  specifica in Medicina Generale che si ottiene  frequentando un Corso triennale cui si accede tramite concorso. Il conseguimento del Diploma di formazione specifico in medicina generale costituisce requisito necessario per l’iscrizione alla graduatoria unica regionale della medicina generale, finalizzata all’accesso alle convenzioni con il SSN  in qualità di medico di Medicina Generale.

Molti medici di medicina Generale sono anche specializzati in altre branche e qualcuno anche impegnato nella ricerca e in altre attività.

QUINDI,  NON FIGURA SECONDARIA NEL PANORAMA sanità se ci dovesse essere una graduatoria! 

"Fannulloni proprio no. Oggi il rapporto fra il numero dei contagiati in isolamento domiciliare, 2688310, e i medici medicina generale è di oltre 60 assistiti positivi al Covid e curati a casa per ogni medico.A questo si aggiunge la carenza dei medici di medicina generale che abbiamo già più volte denunciato e che determina ovviamente un ulteriore sovraccarico di lavoro, e, in più, l’impegno di garantire in ogni caso una disponibilità ad essere contattati per tutto il giorno".

Inoltre il carico di richieste per  assistenza Usca, per tamponi da segnalare positivi, per certificazioni varie , per green pass e altro sono davvero notevoli .

Tra l'altro purtroppo non sempre le Asl brillano per capacità organizzative e anzi spesso esistono incomprensioni tra dirigenza e medici. 

Durante la pandemia molti medici hanno vaccinato nei propri studi, non hanno ottenuto ne presidi di protezione ( guanti-mascherine-disinfettanti) né aiuto per sanificazione dei locali (almeno a Salerno).

Inoltre chi ha iniziato a vaccinare nel mese di marzo 2021 non ha percepito al momento neppure un euro per le vaccinazioni effettuate e si sta procedendo alle terze dosi!

Fannulloni? rispedito al mittente per onorare il personale 40° anno di laurea in medicina!  Io non userei tanto il termine fannullone, ma forse "uno scoglionato  sempre a disposizione  del paziente per ogni cosa"... andrebbe meglio anche se pittoresco! 


Non ci sta il presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, a sentire etichettati come "fannulloni" una parte dei suoi iscritti: i circa 42mila medici di famiglia. Ad asserirlo, la trasmissione "Controcorrente" che, nella puntata andata in onda domenica sera su Rete4, ha così titolato un servizio: "L’esercito dei fannulloni: ora tocca ai medici di base".
 
"Certo, è strano: credo che, in questo momento, tutti dovrebbero dire grazie ai medici per il lavoro che fanno – constata Anelli -. Veniamo da due anni di pressione notevole, con difficoltà, da parte dei medici, a gestire anche gli affetti privati, a ritagliarsi il tempo da dedicare ai propri figli, alla propria famiglia. Alla pressione della pandemia si è sommato il contributo dato alla campagna di vaccinazione, che è stato determinante soprattutto per le terze dosi. E non dimentichiamo tutta la mole di lavoro per seguire i cronici, quella che è la loro missione peculiare, per cui sono chiamati"."Io credo che in questo momento ci sarebbe bisogno di sostenere la medicina generale, di dare una mano ai medici di famiglia – continua - piuttosto che di trasmissioni che raccolgono, è vero, difficoltà da parte dei cittadini, ma in una fase particolare, in cui l’apice della pandemia ha fatto registrare un numero straordinariamente alto di contagiati. Io credo che ai medici vada detto ancora una volta grazie; che vadano incoraggiati, vadano sostenuti – ribadisce Anelli - non fosse altro che per rispetto di tutte quelle persone che si sono dedicate agli altri. Hanno affrontato la pandemia a mani nude, tanti sono morti per compiere fino in fondo il loro lavoro"."Credo che i medici vadano ringraziati per questo – prosegue -. E vadano sostenuti per questa grande capacità che hanno avuto di ‘metterci una pezza’. Di sopperire a un sistema, quello delle cure territoriali, che tutti hanno ritenuto un’organizzazione inefficace rispetto alle problematiche del Covid. Ci sarebbero voluti personale, infermieri, collaboratori di studio, un’organizzazione diversa"."Ecco: tutto questo non c’era, non c’è – conclude il presidente Fnomceo -. Eppure, i medici di famiglia sono lì, ogni giorno, a fare da supporto a tutti, a garantire le terapie. A tenere in piedi un Servizio sanitario nazionale che, senza di loro, non avrebbe la stessa efficacia. Credo che i medici vadano sostenuti ancora una volta per questo lavoro che fanno in maniera indefessa. E i risultati sono straordinariamente evidenti, sotto gli occhi di tutti. Perché il lavoro che fanno è un lavoro che dà risposte alla stragrande maggioranza dei cittadini, se il 54,2% degli italiani, nel momento in cui devono scegliere qual è la cosa migliore, che vorrebbero mantenere, del Servizio sanitario nazionale, scelgono il medico di famiglia. Tutti quanti dobbiamo avere un senso di responsabilità in una fase così difficile e provare a migliorare i sistemi, anziché denigrarli".