In occasione del Congresso Astronautico Internazionale di Guadalajara, in Messico, Elon Musk ha spiegato come SpaceX, la sua azienda spaziale, realizzerà il suo progetto di colonizzare Marte. Forse spiegare non è il termine esatto. Meglio dire che si è trattato più di un elenco di requisiti necessari e di obiettivi da raggiungere. Le modalità con cui SpaceX intende raggiungerli rimangono ancora piuttosto vaghe.

Quando la Terra, un giorno, non sarà più abitabile, Marte diventerà l'unica alternativa percorribile e l'uomo si trasformerà in una specie multiplanetaria. Questa la visione di Musk, che intenderebbe lanciare il primo equipaggio già nel 2024, pur rendendosi conto che potrebbe trattarsi di una scadenza troppo ravvicinata. Alla volta del pianeta rosso si partirà, comunque, ogni 26 mesi, quando l'allineamento con la Terra è più favorevole. Alla Nasa, dove non soffrono di deliri di onnipotenza, prevedono di poter inviare degli astronauti su Marte non prima di 20 anni.

Il problema principale è rappresentato dal costo del viaggio. Giustamente, fa notare il buon Elon, non si potrà mai creare una colonia se il biglietto costa 10 miliardi di dollari. L'obiettivo di SpaceX è di abbassarlo, in modo che non superi i 200 mila dollari, l'equivalente del costo di una casa di medio livello negli Stati Uniti.

Diventa prioritario, quindi, ridurre i costi. Servono un razzo e una capsula che riescano a trasportare almeno un centinaio di persone, oltre ad un carico di merci, e che siano riutilizzabili, con possibilità di carico e rifornimento in orbita. Questo farebbe sì che il viaggio su Marte non fosse un viaggio di sola andata. Una possibilità, quella di poter tornare indietro, che potrebbe indurre un maggior numero di persone ad imbarcarsi nell'avventura.

Dovranno comunque essere dei coraggiosi, perché, questo Musk lo ha detto chiaramente, la sopravvivenza non è "ovviamente" garantita. Non ha rivelato se anche lui salirà a bordo.

La distanza media di Marte dalla Terra è di 225 milioni di chilometri e il viaggio generalmente ha una durata compresa fra i 6 e i 9 mesi. Musk ha detto di ritenere che SpaceX possa realizzare un razzo, che impiegherebbe non più di tre mesi. Si chiamerà Raptor e disporrà di una spinta di 3 meganewton, tre volte maggiore di quella del Falcon 9, il razzo attualmente utilizzato da SpaceX. Il combustibile sarà metano liquido, disponibile anche sul pianeta rosso.

Questo per il futuro. Il recente passato è stato un po' meno roseo per SpaceX. Agli inizi di settembre un razzo che avrebbe dovuto portare in orbita un satellite israeliano da 200 milioni di dollari è esploso sulla rampa di lancio di Cape Canaveral. No se ne conoscono ancora le cause, ma si tratta del secondo incidente nell'arco di 14 mesi. Sembra, però, in base a quanto sostenuto da Musk, che i clienti continuino a dare fiducia a SpaceX, che ha un arretrato di 70 lanci sia per conto di privati che per conto del governo, per un totale di 10 miliardi di dollari.

Per il 2018 è in programma il lancio su Marte di una capsula senza equipaggio, battezzata Red Dragon, nell'ambito di un progetto in collaborazione con la Nasa, che ha lo scopo di testare le varie fasi di ingresso nell'atmosfera, discesa e atterraggio sul pianeta rosso. La Nasa, che fornirà assistenza soprattutto per le comunicazioni, in cambio dei dati di volo, mira a far arrivare sulla superficie di Marte carichi di almeno 30 tonnellate. Ad oggi il veicolo più pesante è stato Curiosity con una tonnellata.