Il 9 agosto si è dovuta registrare la morte di Alessandro Rosciano, 47enne originario di Manfredonia, che ha perso la vita in un cantiere di San Giovanni Rotondo, travolto da una lastra di calcestruzzo. 

Oggi, 10 agosto, poco dopo le 8, un'altra persona, stavolta di 36 anni, ha perso la vita al lavoro precipitando da otto metri di altezza in una fonderia della bergamasca.

Prevenzione, formazione sicurezza... dovrebbero essere le linee guida per evitare al minimo queste tragedie. Da quando è stato licenziato il famigerato Jobs Act, il calo tendenziale e progressivo delle morti sul lavoro registrato negli anni precedenti dall'Inail si è interrotto. Un caso? Quella controriforma ha solo favorito la precarizzazione del lavoro, in parte contrastata dalle norme volute dai 5 Stelle nella prima esperienza del governo Conte.

I sindacati (confederali) si indignano, vogliono incontri, segnali precisi, promettono mobilitazioni, chiedono riforme di banche dati... sicuramente, tutte iniziative utili. Sarebbe però più opportuno cominciare a pretendere una nuova riforma del lavoro che cambi radicalmente il concetto di schiavitù alle logiche di stampo padronale introdotte dall'ultraliberista Matteo Renzi con la truffa del Jobs Act.

Solo iniziando ad affrontare i problemi alla radice, c'è anche la possibilità (forse) di risolverli. Molto più complicato, se non impossibile, è risolverli senza pensare di affrontarli.