In occasione del Giorno della Memoria, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pronunciato parole forti e inequivocabili, riconoscendo la responsabilità storica dei fascisti italiani nello sterminio del popolo ebraico. Definendoli “complici del piano nazista”, il premier ha voluto marcare una distanza netta rispetto alle ambiguità che spesso circondano il passato del fascismo in Italia.
Tuttavia, le sue dichiarazioni non sono bastate per placare le critiche del centrosinistra, che continua a chiedere un’esplicita adesione ai valori dell’antifascismo, considerato un principio fondante della Repubblica Italiana. Secondo alcuni, le parole della Meloni rappresentano un passo importante nella direzione giusta, ma rimane l’interrogativo se questa evoluzione politica sia sufficiente per definire una rottura completa con le radici storiche di Fratelli d’Italia, erede del Movimento Sociale Italiano prima e di Alleanza Nazionale poi.
La Sinistra è arrivata persino a chiedere a Meloni di rimuovere la ‘Fiamma’ dal simbolo di Fratelli d’Italia!
Ma il dibattito assume una dimensione ancor più complessa se si considera il rischio di una scissione interna o di un allontanamento dei nostalgici del ‘ventennio fascista’, che potrebbero non sentirsi più rappresentati dal percorso intrapreso dal partito di Meloni. È plausibile che, con il consolidamento di questa trasformazione, tali gruppi possano cercare nuove forme identitarie o movimenti che rispecchino più da vicino il loro credo ideologico.
Il discorso di Giorgia Meloni, pur segnando un importante momento di riflessione politica, apre dunque nuove questioni sul futuro equilibrio all’interno della destra italiana e sul rapporto del paese con il proprio passato.
Ma ormai il cammino verso una piena legittimazione antifascista è stato avviato, sia per il premier sia per la società italiana nel suo complesso.
Queste le parole del premier Giorgia Meloni per il Giorno della Memoria:
La Shoah fu un piano condotto dal regime hitleriano che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista.
Ottant’anni fa l’orrore dello Shoah si è mostrato al mondo in tutta la sua terrificante forza. Il 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz sono stati abbattuti, e insieme ad essi è crollato anche quel muro che impediva di vedere chiaramente l’abominio del piano nazista di persecuzione e di sterminio del popolo ebraico» dice la presidente del Consiglio. «Uomini, donne, bambini e anziani strappati dalle loro case, costretti a lasciare tutto, portati nei campi di sterminio e uccisi solo perché di religione ebraica. Un piano la cui premeditata ferocia fa della Shoah una tragedia che non ha paragoni nella storia. Un piano, quello condotto dal regime hitleriano, che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni.
Quello della Shoah fu un abisso a cui si contrappose il coraggio di tanti Giusti, che non esitarono a disobbedire e a rischiare la propria stessa vita per salvare quella di migliaia di innocenti. Oggi ricordiamo i nomi e i cognomi delle vittime e rinnoviamo la memoria di quei fatti, anche attraverso la testimonianza dei sopravvissuti e dei loro discendenti. Perché, se oggi conosciamo ciò che è accaduto, lo dobbiamo soprattutto a loro. ‘Sono vivo affinché possa testimoniare. C’era un disegno più grande per me, e andrò avanti a ricordare finché vivrò’, ha detto Sami Modiano. È un insegnamento straordinario, che dobbiamo far nostro per coltivare la memoria e accrescerne, sempre di più, la consapevolezza nelle giovani generazioni.
L’antisemitismo non è stato sconfitto con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. È una piaga che è sopravvissuta alla Shoah, ha assunto declinazioni diverse e si propaga attraverso strumenti e canali nuovi. Combattere l’antisemitismo, in tutte le forme in cui si manifesta, antiche e moderne, è una priorità di questo governo. Impegno mai venuto meno e che intendiamo portare avanti con forza e determinazione, anche attraverso l’elaborazione della nuova Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo, per contrastare un fenomeno abietto che non ha diritto di cittadinanza nelle nostre società.