La confusione mentale è un marchio di fabbrica del PD. Pertanto non dobbiamo stupirci se un parlamentare PD faccia dichiarazioni che confermino tale situazione.

Ieri, con la sicumera che contraddistingue spesso i politici, il capogruppo alla Camera del PD, Ettore Rosato, comunicava alla stampa che il suo partito avrebbe riproposto i voucher limitandone l'uso a piccole aziende e famiglie. E questo come se fosse una cosa del tutto normale, se non dovuta.

Oggi, come riportato dal quotidiano La Stampa, lo stesso Ettore Rosato afferma: «Leggo ricostruzioni assurde sul PD che vuole utilizzare la questione voucher per mettere in difficoltà Gentiloni. Noi difendiamo il nostro premier e abbiamo sempre concordato la linea da seguire. Siamo pronti tuttavia a ritirarlo se questo è il volere del governo. Non cerchiamo nessun incidente parlamentare avendo sempre parlato il linguaggio della chiarezza. Adesso aspettiamo indicazioni da Palazzo Chigi.»

Non si capisce se Rosato sia consapevole di ciò che dice o se consideri i suoi interlocutori incapaci di intendere e di volere. Da una parte dice di aver sempre concordato [come gruppo e come partito] la linea da seguire con il governo e con il premier. Subito dopo dice [riferendosi all'emendamento sui voucher] di esser pronto a ritirarlo se questo è il volere del governo!

Ma come! Un attimo prima aveva detto che tutto quello che faceva il gruppo del PD in Parlamento era concordato con il governo e subito dopo dice di aver agito senza averne informato il governo.

Inoltre, che cosa pensi il governo sui voucher, Rosato dovrebbe già saperlo visto che alla Camera ha votato per confermare un decreto di Palazzo Chigi che ne chiedeva l'abolizione... e questo solo pochi giorni fa. E adesso dice di attendere di nuovo indicazioni da Palazzo Chigi? E secondo Rosato, Palazzo Chigi dovrebbe ritornare sulle proprie decisioni? Ed in base a quali motivazioni?

È realmente imbarazzante assistere a certe figuracce da parte di persone che, non rendendosi conto delle loro azioni, cercano poi di sistemare, arrampicandosi sugli specchi, delle situazioni che non possono essere sistemate, esponendosi al rischio di figuracce clamorose, come in questo caso.

Nella conferenza stampa tenuta dal segretario della Cgil sull'argomento, Susanna Camusso ha evidenziato queste contraddizioni, esprimendo solo la propria perplessità ed il proprio stupore ed evitando, almeno pubblicamente, qualsiasi giudizio su parlamentari, governo e Partito Democratico.

Non solo, nonostante la Cgil sia parte in causa nella vicenda avendo presentato un referendum per abrogare i voucher appoggiato da milioni di firme, nessuna comunicazione è arrivata al sindacato da parte del governo per spiegare l'errore oppure il motivo per aver mutato opinione su quanto deciso solo poco tempo fa.

Successivamente è intervenuta la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, a chiarire - si fa per dire - la questione, dichiarando che «non esiste nessuna tensione tra il Governo e il Partito democratico.

La proposta di emendamento che sarà presentata in Commissione rispecchierà totalmente la volontà dell'esecutivo in materia di regolazione del lavoro occasionale.»

Quindi, in base a quest'ultima dichiarazione, il governo ha abolito i voucher per non far esprimere gli italiani nel referendum. Dopo aver evitato che si celebrasse il referendum, il governo rimette mano ai voucher e li reintroduce anche se facendoli utilizzare unicamente a famiglie e piccole imprese. 

Se questa non è una truffa è sicuramente una presa in giro.