Gli ultimi sondaggi pubblicati sulle conseguenze della scissione nel PD sono di Swg e Agorà-Ixé. Per entrambi, pubblicati il 24 febbraio, la perdita di consensi nel PD sarebbe sostanzialmente irrilevante, limitandosi ad un calo di consensi quantificabile intorno al 2-3%.
Secondo Swg, mentre una settimana fa il Partito Democratico faceva registrare il 31% delle preferenze degli italiani, senza la sua componente di sinistra, il partito si attesterebbe intorno al 28%.
Più o meno sulla stessa lunghezza d'onda la previsione di Agorà-Ixé che vede il PD passare dal 30,4% al 28,1%. Questo istituto dà anche un'indicazione sui 5 Stelle visti in risalita di quasi un punto, che raggiungono il 27,8% dal 27 di una settimana fa.
Sempre secondo Ixè, sarebbero 80 su 100 tra coloro che hanno votato PD gli elettori intenzionati a riconfermare il proprio voto anche dopo la fuoriuscita dal partito di Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Enrico Rossi e Roberto Speranza. Il 13%, a seguito della scissione, dichiara invece che non voterà più i democratici.
Infine, secondo Swg, il nuovo soggetto politico che si andrà a creare a sinistra, anche se unito agli altri partiti già presenti in quell'area, riuscirà a raccogliere meno del 10% dei voti.