Sopoćko, uomo di vasta cultura, sviluppando la riflessione sul tema della misericordia come “attributo fondamentale di Dio”, consultava instancabilmente le opere di sant’Agostino d’Ippona (ad es. De Civitate Dei, De Trinitate). Osserviamo che una parte del pensiero del teologo polacco è impostata nell’ottica delle idee di Agostino. Tanto è vero che dal testo di Sopoćko De misericordia Dei si evince chiaramente il cristocentrismo come principio architettonico della teologia: il Cristus totus, cioè il mistero di salvezza che si rivela agli uomini nell’umiliazione storica di Gesù, apre la strada alla conoscenza del Dio trinitario[1]. Quando il Nostro trova nel De Trinitate un elenco dei dodici attributi, che lo spirito umano può dare a Dio e che vengono riletti nell’attributo degli attributi, cioè quello della “immutabilità” o “eternità”[2], nota, e dopo dimostra, che essi non esauriscono l’essenza stessa di Dio e che non si tratta di un’essenza astratta, un’immobilità statica; insieme ad Agostino sostiene che non bisogna attribuire l’immutabilità all’essere, ma vedere l’essere nell’ordine dell’immutabilità[3]. 

Le idee di san Tommaso d’Aquino, invece, occupano un’altra parte del pensiero teologico di Sopoćko[4]. Egli rappresenta per il Nostro uno dei più grandi teologi della Chiesa, colui che in modo particolare e profondo sviluppò la teologia della misericordia di Dio nel linguaggio preciso, trasparente e semplice. Effettivamente pieno di entusiasmo scrive: 

 «Il dottore Angelico sviluppò la scienza rivelata della misericordia di Dio. Al primo posto definisce questo termine come il più grande ed eterno attributo del Creatore, Redentore e Santificatore, invece attraverso la Sua relazione con le creature, in particolare con gli uomini, Dio fa uscire le creature dalla loro miseria e riempie le loro mancanze»[5].

 Appunto, Dio ama le sue creature con “l’amore gratuito ed infinito” a tal punto che desidera instaurare con gli uomini una relazione stabile e particolare basata sulla misericordia. Dio attraverso la più grande ed eterna proprietà vuole far uscire tutti gli uomini dalla loro condizione di debolezza e di miseria, colmando le loro mancanze[6].

Notiamo che Sopoćko per un approfondimento del tema di misericordia visto come la proprietà più grande del Creatore, sentì la necessità di richiamare alla memoria la dottrina degli attributi di Dio e decise di ordinare gli attributi in negativi e affermativi, quiescenti e operativi, assoluti e relativi. In effetti, il Nostro seguì questa selezione, utilizzando come fonte l’opera di Leonardo Lessio, intitolata Le perfezioni e gli stili di Dio[7]. Si accorse, però, che Dio essendo spirito puro, non è possibile in Lui operare una distinzione tra perfezioni assolute e relative, ma bisogna ricondurle alla essenza ed all’agire di Dio. Perciò, Sopoćko compie un’operazione coraggiosa e associa le perfezioni divine dei due gruppi, pensando all’orizzonte tra il Creatore e le creature.  Riferendosi all’essenza divina, cita le perfezioni assolute, quanto invece all’agire di Dio, il Nostro lo connette con le perfezioni relative che riguardano Dio ad extra. Nel primo gruppo associa le perfezioni assolute; aseitas (l’essere di per Sé), l’inseparabilità, l’immutabilità, l’eternità, l’onnipotenza; nel secondo gruppo, invece, associa le perfezioni relative che accompagnano Dio ad extra. Alla base di ogni opera e alla sorgente di ogni azione divina si trovano: la bontà, la saggezza, la provvidenza, la giustizia e la misericordia. Oggettivamente potrebbe sembrare che le perfezioni di Dio non si distinguano dall’essenza divina; nella teologia di Sopoćko, invece, tali perfezioni vengono presentate come ben distinte tra loro. Dato che la ragione umana non è capace di definire la pienezza di tali perfezioni, né di conoscerle direttamente, il teologo polacco le distingue ancora in quattro categorie principali: semplicità, infinità, eternità, immutabilità. Ad esse ne subordina altre cinque: saggezza, bontà, provvidenza, giustizia e misericordia[8].  Perciò il Nostro scrive: 

 «La misericordia viene percepita dall’uomo in forma relativa, ma fa parte dell’essenza di Dio. La misericordia è superiore a tutte le altre perfezioni, perché la Scrittura così la presenta e perché la misericordia della redenzione è la manifestazione della massima potenza di Dio. Infatti, poiché la potenza è l’essenza di Dio, ne consegue che la creazione è l’atto proprio dell’onnipotenza divina,  la redenzione è il segno della maggiore potenza divina rispetto alla creazione, perché ha sottratto gli uomini alla miseria del peccato»[9].  

 Per quanto riguarda il pensiero di Sopoćko sulla dottrina degli attributi di Dio, indubbiamente va ricordata santa Teresa di Lisieux menzionata nelle opere del Nostro[10]. Teresa, proprio attraverso la misericordia, contemplava il mistero di Dio e gli altri attributi di Dio che irradiano amore infinito[11]. Va ricordata anche santa Faustina Kowalska che ha reso evidente la misericordia come «l’attributo fondamentale di Dio»[12]. Infine non possiamo dimenticare Yves Congar, il quale molto tempo dopo e come Sopoćko, ha saputo interpretare il tema della misericordia di Dio in san Tommaso d’Aquino. I suoi studi hanno mostrato che a Tommaso piaceva concepire il mistero di Dio attraverso «l’attributo fondamentale di Dio” e cioè la misericordia. Osserviamo che Congar ha proposto e sottolineato l’importanza del “delineamento di un’ontologia dell’amore»[13]. Tanto è vero che “la realtà dell’amore che tutto determina”[14] possiamo contemplare in Dio. Perciò, l’affermazione di Sopoćko: “Dio è amore e misericordia”, vuol dire che “tutte due” formano il senso profondo ed ultimo della realtà divina[15].

Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek

 
[1] Ibidem, pp. 5-10.
[2] Agostino, De Trinitate, 1, 2, 3.
[3] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 5. Per un aprofondimento rimandiamo in E. Gilson, Introduction à l’ètude de Saint Augustin, Paris 1949, p. 11.
[4] Esplorando le opere di Tommaso, Sopoćko resta sorpreso, vedendo convivere in lui l’acutezza speculativa, l’attenzione all’esperienza e la rigorosa sottigliezza logica. Nota che la capacità riflessiva di Tommaso, nell’ambito del pensiero, sia di alto livello, non meno lucida e fine appare la sagacia nel campo dell’azione, che risalta specialmente nella meravigliosa Pars secunda della Summa Theologiae. Il Nostro trova nella Summa Theologiae la precisa e trasparente idea della misericordia di Dio, che diviene a noi creature, atto di giustizia di Dio. La misericordia appartiene alla giustizia. La misericordia è attribuita a Dio in modo principale non per la quantità che ha di sentimenti o di passione, ma per gli effetti (che produce): cf. S. Th., III, 21: De iustitia et misericordia Dei. 
[5] M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 6. 
[6] Ibidem, p. 7.
[7] Vedi L. Lessius, De perfectionibus moribusque divinis, s.e, Paris 1881, p. 206.
[8] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 13-25. 
[9] M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 6.
[10] Vedi M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 157.
[11] Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV, Città del Vaticano 2010, p. 54: vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, p. 43.
[12] F. Kowalska, Diario - la misericordia divina nella mia anima, pp. 65-66.
[13] Cf. Y. Congar, La miséricordie. Attribut souvrain de Dieu, in “La Vie 
Spirituelle” 106(1962), pp. 380-395: citato in W. Kasper, Misericordia, p. 139: 
[14] Ibidem.
[15] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, pp. 21-22: pp. 143-144.