Si costituiscono alla Camera e al Senato i gruppi parlamentari degli scissionisti Pd, alimentati dai fuoriusciti dei gruppi del Partito Democratico e di SEL - Sinistra Italiana.

Il nuovo gruppo sparlamentare si chiamerà Movimento Democratici e Progressisti. Alla Camera potrà contare 37 deputati e 14 senatori al Senato. L'intenzione del nuovo gruppo è quello di sostenere il governo di Paolo Gentiloni.

Alla Camera, dove Mdp mette insieme 20 ex Pd e 17 ex Si, i numeri della maggioranza non costituiscono un problema. Al Senato, il nuovo gruppo composto solo da senatori usciti dalle fila del Pd, al di là delle dichiarazioni programmatiche, potrebbe costituire un problema per Gentiloni e i suoi ministri.

A dicembre, Gentiloni era entrato in carica ricevendo 169 voti di fiducia, 11 voti in più rispetto alla maggioranza che al Senato è di 158 voti.

Mdp non avendo alcun vincolo politico che lo costringa a supportare le decisioni del Governo potrebbe non votare leggi che ritiene contrarie al proprio indirizzo politico. Ad esempio, sarebbe assurdo che dopo essere usciti dal Pd gli scissionisti appoggiassero leggi come il Jobs Act.

Quindi, si presume che i margini di manovra del governo non siano così ampi. È quindi probabile che nelle prossime settimane si trovi un accordo per votare provvedimenti economici e legge elettorale. Poi, si navigherà a vista.

Il capogruppo Mdp alla Camera è già stato scelto. Si tratta di Francesco Laforgia, ex segretario del Pd a Milano e vicino all'ex sindaco Giuliano Pisapia, anch'egli attivo in vista delle prossime politiche con il proprio movimento Campo progressista. Vice capogruppo vicario è Francesco Ferrara, che sarà affiancato da Lara Ricciatti e Delia Murer. Danilo Leva, invece, è stato nominato tesoriere.

Gli incarichi per il gruppo al Senato saranno decisi non al più tardi di mercoledì.