Elor Azaria, nel marzo del 2016, aveva ucciso a Hebron il 21enne palestinese Abd al-Fattah al-Sharif. Dopo aver ferito con un coltello un soldato israeliano, Abd al-Fattah al-Sharif era stato ferito a sua volta ed era a terra, inerme, quando il soldato Elor Azaria lo ha assassinato deliberatamente, sparandogli un colpo di fucile quasi a bruciapelo.
Per la maggioranza degli israeliani, Elor Azaria è un eroe e la sua condanna a 18 mesi di carcere è stata considerata un enorme ingiustizia. Solo 18 mesi di carcere per omicidio colposo (!), la pena inflittagli per aver ucciso a sangue freddo, senza motivo, una persona che giaceva a terra inerme.
L'assassino Azaria, dopo aver trascorso 9 mesi in carcere, è stato liberato questa mattina. La sua condanna è stata scontata.
Sono evidenti, a questo punto, le implicazioni politiche di quanto avvenuto. Il democratico Stato ebraico dice alle proprie forze di sicurezza: se vedete un palestinese, non abbiate timore... sparate, sparate pure e sparate a volontà... per qualunque motivo, l'impunità è garantita. È possibile, dopo quanto accaduto, trovare un'altra spiegazione logica?
Questa vicenda, anche se non ve ne era bisogno, è ulteriore conferma che Israele è uno Stato che pratica l'apartheid.
Infatti, come spiegare altrimenti i 9 mesi di pena scontati da Elor Azaria con gli 8 mesi di carcere inflitti alla ragazzina palestinee Ahed Tamimi colpevole di aver lanciato delle pietre contro dei militari occupanti e di aver "addirittura" avuto il coraggio di prendere a schiaffi ben due soldati che si erano presentati nel cortile di casa?
Ciò dimostra come venga amministrata la giustizia nel democratico Stato di Israele. E uno Stato dove la giustizia viene applicata in questi termini non dovrebbe essere considerato un regime dove è praticato l'apartheid?
E la comunità internazionale, ovviamente, non ha niente da dire.