GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MARE MEDITERRANEO (8 LUGLIO)


Un tesoro grande in un mare piccolo

Il Mediterraneo occupa meno dell'1 % degli oceani del pianeta, ma ospita 17.000 specie – l'8 % della biodiversità marina mondiale. In pratica: un'insalata di vita dieci volte più densa della media globale, stipata in appena 2,5 milioni di km². Un gioiello, sì, ma incrinato: temperature in salita fino a +5 °C nelle ondate di calore, plastica ovunque, specie iconiche in caduta libera.

 
Numeri che non fanno sconti

  • +3,21 °C: l'anomalia registrata all'Isola d'Elba, l'unica delle 12 stazioni di monitoraggio Greenpeace senza area marina protetta. Risultato? Stato ecologico «scarso» e biodiversità in fuga.
  • 54,3 % degli italiani considera mari e oceani fra gli ecosistemi più a rischio.
  • 61,8 % dice che la responsabilità di salvare il mare parte dal singolo cittadino. Tradotto: nessuna scusa.

Le minacce prioritarie secondo gli intervistati? Plastica (39,8 %), inquinamento atmosferico (36,1 %) e scioglimento dei ghiacci (30,3 %). Pesca eccessiva? Solo il 10 % la cita: segno che la percezione ancora zoppica.

 
Tre mosse pratiche – zero alibi

Niente mozziconi in spiaggia
Il filtro di sigaretta è plastica pura (acetato di cellulosa). Tempo di decomposizione: fino a 12 anni di lento rilascio di sostanze tossiche. Se lo butti nella sabbia, finisce in mare e torna indietro in forma di microplastiche. Semplice: portati un barattolino, usalo come posacenere portatile.

Borraccia, non bottiglia
Ogni ricarica è una bottiglia di plastica in meno. Non è green‑washing: è aritmetica. L'81 % degli italiani indica l'inquinamento come minaccia principale; agire costa 15 € di borraccia inox – fine dei discorsi.

Solari “reef friendly”
Butta l'ossibenzone: interferente endocrino per noi, veleno per coralli e plancton. Punta su filtri minerali (ossido di zinco o biossido di titanio) e packaging riciclato. La tua pelle non noterà la differenza; il mare sì.
 

Due curiosità che cambiano la prospettiva

Il Mediterraneo è un oceano in pensione. È ciò che resta della Tetide, chiusasi quando Africa ed Europa hanno stretto la morsa. Fra qualche decina di milioni di anni potrebbe sparire del tutto – a meno che i vulcani sottomarini non raccontino un'altra storia.
Squali al collasso. In cinquant'anni, 13 specie di squali e razze sono crollate o scomparse localmente. Lo squalo smeriglio e la verdesca sono «in pericolo critico». Se gli squali spariscono, la catena alimentare impazzisce e la pesca crolla. Non servono metafore hollywoodiane: è un domino biologico.
 

“Time to Resist”: la chiamata finale

«Meno dell'1 % dei nostri mari è protetto» ricorda Chiara Campione, direttrice di Greenpeace Italia. Contemporaneamente, la campagna Time to Resist denuncia attacchi legali e politici che mirano a silenziare chi alza la voce. Traduzione secca: se non ci muoviamo ora, non assisteremo solo alla chiusura di un mare – ma alla chiusura di chi pretende di difenderlo.

 
Il Mediterraneo non ha bisogno di retorica marinaresca ma di gesti concreti: portati via i mozziconi, riempi la borraccia, scegli una crema decente. Poi pretendi aree marine protette, pesca regolata e limiti alla plastica. Se pensi che sia poco, ricorda: la prima barriera fra un mare vivo e un mare morto sei tu.