Con una dichiarazione trionfante, il parlamentare PD Emanuele Fiano annunciava che la commissione Affari Costituzionali della Camera aveva dato il via libera al testo della legge elettorale, su cui hanno lavorato di comune accordo Partito Democratico, 5 Stelle e Forza Italia, dichiarando che domani approderà in Aula per essere votato in prima lettura già entro la fine della settimana.

L'accordo elettorale, che di sistema tedesco ha solo il nome, ha prodotto un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%. Nei collegi uninominali saranno eletti 112 senatori su 315 e 225 deputati su 630. I restanti membri del Parlamento saranno invece eletti in collegi proporzionali, senza preferenze, partendo dal primo elencato in lista. Non è previsto il voto disgiunto tra collegi uninominali e proporzionali.

Come saranno disegnati i collegi, è un compito che spetterà al governo. Si è però concordata una clausola di salvaguardia che in caso di elezioni anticipate prevede che vengano utilizzati i collegi del Mattarellum, in vigore fino al 2001, dove però i collegi uninominali erano i tre quarti di quelli complessivi, mentre con la legge attuale la percentuale è nettamente più bassa!

La nuova legge elettorale dovrebbe essere approvata definitivamente entro la prima settimana di luglio, facendo ritenere a molti commentatori che i principali partiti sarebbero orientati al voto anticipato a ottobre o addirittura a settembre, anche se il presidente della Repubblica vuole che la manovra economica per il 2018 sia varata prima delle elezioni.

Visto che questa legge, germanichellum o tedeschellum o qualunque sia il nome che gli verrà affibbiato, è frutto di un accordo tra le principali forze politiche, la diatriba sui contenuti stavolta è con i piccoli partiti. Così, i 5 Stelle se la prendono con i parlamentari di Articolo 1 - MDP, critici nei confronti del nuovo testo, accusati di avere "una paura fottuta di andare alle elezioni e di star facendo di tutto per sabotare la legge elettorale e impedire agli italiani di esprimersi democraticamente con una legge finalmente costituzionale..."

Questa la risposta di Federico Fornaro, vicecapogruppo di Articolo1: "L’attacco del blog di Grillo nei nostri confronti cerca di coprire una verità incontestabile: il Movimento 5 Stelle ha sottoposto a referendum online uno schema di legge elettorale totalmente differente da quello che invece ha sostenuto e poi votato in commissione alla Camera.

La nuova legge elettorale non assomiglia per nulla al modello tedesco: non ha il voto disgiunto e per oltre il 62% il Parlamento sarà composto da deputati e senatori eletti in liste bloccate. Le preferenze non ci saranno mai perché l’accordo non le prevede. E questo Grillo lo sa benissimo.

I militanti e gli elettori del M5S dovrebbero riflettere su questo comportamento, che nega alla radice i principi fondanti del movimento."

Sulla mancanza, nel testo attuale, della possibilità di esprimere una preferenza anche per gli eletti nei collegi proporzionali, il M5S ha annunciato che su tale argomento presenterà un emendamento in aula.