Continua l'offensiva per conquistare Mosul. Nella periferia est, le unità speciali dell'esercito iracheno hanno consolidato le loro posizioni in quelle che inizialente erano solo delle teste di ponte esplorative, mettendo in sicurezza strade e case, liberandole da mine e cecchini.

A sud, l'esercito regolare continua l'avanzata liberando alcuni villaggi a pochi chilometri da Mosul, con i residenti festanti a gioire per la liberazione.

Sul fronte Isis, i curdi ipotizzano ancora la presenza del califfo "nero" Abu Bakr al-Baghdadi che da altri veniva invece dato già in salvo in un rifugio lontano da Mosul. Dovunque sia, al-Baghdadi, utilizzando la radio, si è appellato ai propri miliziani invitandoli a combattere senza tregua.

A supporto dell'azione irachena, anche le milizie sciite delle Unità di mobilitazione popolare, Hashd Shaabi, che hanno preso il controllo dell'oleodotto a sud di Mosul e che si dovrebbero occupare anche di tagliare le vie di comunicazione ai miliziani dell'Isis per impedir loro di rifugiarsi negli avamposti siriani.

Tali milizie sono accusate da Erdogan come origine di possibili vendette contro la popolazione sunnita, ipotesi che, in base alle sue dichiarazioni, lo giustificherebbe a far intervenire l'esercito turco all'interno del nord Iraq.

I ogni caso, chiunque ne sia il responsabile, secondo quanto riporta Amnesty International, sono già iniziate le rappresaglie in alcuni villaggi, di sunniti accusati di collaborazionismo con l'Isis che verrebbero torturati e uccisi senza alcuna accusa ed alcun processo formale.