Ieri, il Consiglio dei amministrazione della Rai ha bocciato il piano dell’informazione presentato dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto a cui sono andati, come supporto, l'unico voto favorevole di Guelfo Guelfi e le astensioni di Carlo Freccero e di Marco Fortis, la cui nomina è stata indicata dall’azionista ministero dell’Economia. Al momento del voto era assente Paolo Messa, in palese contrasto con il dg.

Quindi il renzianissimo Campo Dall'Orto è stato sfiduciato dal CdA a maggioranza renziana, incassando la sfiducia della presidente Monica Maggioni e dei consiglieri Arturo Diaconale, Franco Siddi, Rita Borioni, Giancarlo Mazzuca.

Nella stessa riunione, Campo Dall’Orto è riuscito comunque a far approvare i piani di produzione e trasmissione 2017, esclusi i programmi autunnali, consentendo all’azienda di autorizzare la programmazione estiva, anche se va detto che la raccolta pubblicitaria per l'autunno viene effettuata in questo periodo. Ma se la Rai non dice che cosa manderà in onda, difficile per uno sponsor programmare i propri investimenti promozionali sulla tv pubblica.

E’ meno chiaro invece quello che accadrà in seguito. Campo Dall’Orto ha infatti insistito per mettere ai voti il suo piano e costringere i consiglieri a prendere una chiara posizione; è poi riuscito a far approvare i piani di produzione e trasmissione 2017 (con l’esclusione del dettaglio dei programmi autunnali) per consentire all’azienda di autorizzare la programmazione estiva.

All'attuale direttore generale, che imputa esclusivamente a scelte di natura politica l'attuale situazione in Rai, non resta che dimettersi o farsi dimettere, anche se in questo caso non sembra sia ancora stato trovato il sostituto, visto che Giancarlo Leone avrebbe espresso il proprio no, mentre le possibilità di Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, sembrano diminuire di giorno in giorno.

E forse è proprio su questo aspetto che punta Campo Dall’Orto per continuare nel proprio incarico: la mancanza di reali alternative che offrano le dovute garanzie politiche al PD a governare la Rai per il prossimo anno, quando si svolgeranno le elezioni politiche.

Secondo Campo Dall'Orto, la bocciatura del piano da lui presentato in relazione al tema del digitale che dovrebbe mettere tutti d’accordo, dimostrerebbe che le motivazioni dello stop sono tutte politiche e si rischia, con questa presa di posizione, che la Rai resti ferma e ostaggio della politica.

Incomprensibile la situazione anche per Freccero che afferma che siamo di fronte ad un «paradosso, visto che la Rai va molto bene, è leader negli ascolti, la pubblicità va molto bene, ma non va bene a livello di atmosfera.»