In base ai dati del 2016, il fatturato di Amazon è pari a 136 miliardi di dollari (USD). L'utile operativo è stato di 4 miliardi di dollari, quello esentasse di 2,4 miliardi. La capitalizzazione in borsa si aggira sui 400 miliardi di dollari.

Al di là di quanto possano essere aggiornati o meno tali cifre sul bilancio attuale di Amazon, va da sé che l'azienda di Seattle è abituata a trattare numeri di una "certa consistenza" e parlare di milioni di dollari, sia in unità, che decine o centinaia è come parlare di spiccioli o poco più.

Nel 2003, il Lussemburgo, che aveva come primo ministro l'attuale presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ha fatto un accordo con Amazon, poi prolungato nel 2011, consentendo alla multinazionale statunitense di pagare le tasse dovute in Europa per un importo inferiore a quattro volte rispetto ad altre società!

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha investigato sulla vicenda ed è arrivata alla conclusione che quanto accaduto si tratti di una "condotta illegale" perché "non si possono dare alle multinazionali benefici fiscali che altri non hanno". Non che ci volesse un genio per capirlo, ma evidentemente, per Juncker deve essere stato un fulmine a ciel sereno!

Quindi, per quanto riguarda la sostanza, la commissaria Vestager ha detto che Amazon adesso deve pagare 250 milioni di euro di tasse arretrate, relative al suo fatturato fatto in Europa.

A stretto giro è arrivata la replica di Amazon, che ha dichiarato che niente di più di quanto ha pagato in precedenza è dovuto e che si riserva - chissà perché, considerate le cifre - di fare ricorso in appello. Insomma, la solita formula di rito per far credere di aver subito chissà quale salasso invece di un semplice buffetto.

Quello che stupisce è il far credere, da parte dei media, che quella comminata ad Amazon sia una sanzione salata, quando, per le dimensioni del colosso americano, non è niente di più che una semplice scocciatura.

Infine, resta un punto del tutto ignorato dai media e riguarda Jean-Claude Juncker. Come è possibile che possa continuare a fare il presidente della Commissione europea se quanto da lui fatto e avallato in passato come primo ministro del Lussemburgo è stato giudicato oggi, da un membro della stessa Commissione che lui presiede, come sbagliato, supponendo che dietro tale errore non via sia malafede, anche se non è nepppure possibile escluderlo.

Non esiste adesso un problema di credibilità per Juncker e la "sua" Commissione?