Il Viminale ci fa sapere che nel 2018 si voterà con una nuova legge elettorale, definita "articolata", denominata Rosatellum.

I cittadini italiani chiamati a votare sono 51,2 milioni (dato aggiornato al 30 giugno 2017). Di questi 24,8 milioni sono gli uomini, mentre 26,4 milioni le donne. Gli italiani che esprimeranno il voto dall'estero sono 4,2 milioni. Infine, saranno 500mila i giovani chiamati a votare per la prima volta.

Si voterà in un solo giorno, il 4 marzo, dalle 7 alle 23.

Vediamo in cosa consiste l'articolazione del Rosatellum. La nuova legge elettorale è in parte uninominale e in parte proporzionale e si potrà votare indicando con un segno o la lista prescelta o il nominativo del candidato per la quota maggioritaria oppure entrambi.

Nonostante ciò, però, tutti i partiti - nessuno escluso - hanno deciso di promuovere un messaggio diverso. Per evitare gli annullamenti dicono ai propri elettori di fare un segno sul simbolo, sia sulla scheda della Camera che su quella del Senato, senza pensare ad altro!

Infatti, il Rosatellum non prevede il voto disgiunto che avrebbe permesso di indicare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale, come accadeva col Mattarellum che, in funzione di ciò, prevedeva due schede diverse. Pertanto, il voto sarà espresso su una sola scheda.


Un vantaggio? Ci mancherebbe! È invece una furbata che finisce per mettere in contraddizione tra loro sia il sistema proporzionale che quello maggioritario. Infatti, il Rosatellum nega all'elettore la libertà di scegliere liberamente un partito e un candidato al maggioritario, costringendolo ad un abbinamento candidato-partito.

Quindi, si potrà votare facendo un segno sul simbolo di una lista, dando così il voto al candidato corrispondente, oppure facendo un segno sul nome di un candidato nell'uninominale. In questo caso si schiudono due possibilità che riguardano la parte proporzionale: se il candidato è sostenuto da una sola lista, il voto si trasferisce a quella lista, oppure, se il candidato è sostenuto da più liste, il voto viene "distribuito" tra le liste che lo sostengono... proporzionalmente ai risultati raggiunti nel collegio.

Perché queste precisazioni? Perché questa legge elettorale è l'ennesima truffa servita dai partiti della legislatura delle riforme, Partito Democratico in testa, che nel 2013 giuravano e spergiuravano che era necessario licenziare una nuova legge che riconsegnasse ai cittadini la possibilità di scegliere il proprio rappresentante.

Invece, il collegio uninominale del Rosatellum è limitato ad una minoranza di seggi ed il candidato che i partiti indicano è unico... non è possibile per gli elettori fare una scelta tra diversi candidati dello stesso partito. Inoltre, le indicazioni di voto da parte dei partiti fanno sì che queste liste siano completamente bloccate, anzi bloccatissime, tanto quanto avveniva in passato.

Infine, questa legge contiene un paradosso evidente. È stata creata per limitare le preferenze al Movimento 5 Stelle con una parte di seggi assegnati tramite il maggioritario. La logica era la seguente. I candidati dei 5 Stelle non li conosce nessuno, mentre i candidati degli altri partiti sono nomi noti che finiranno per raccogliere molte più preferenze.

Ma la necessità di bloccare le liste e di far eleggere i nominati dai segretari di partito che devono promuovere i propri pretoriani ha prevalso, tanto che gli stessi partiti che avevano architettato il Rosatellum adesso dicono agli elettori di votare il simbolo e di non pensare ad altro!

Ecco così che questa legge, oltre ad essere insulsa e truffaldina, finirà pure per ritorcersi contro coloro che l'avevano architettata, dato che il simbolo prevale sul nome del candidato ed è quello che gli elettori "voteranno"... e di questo il Movimento 5 Stelle non potrà non trarne vantaggio.