La Gran Bretagna, con le sue ambizioni imperiali, da tempo è diventato un giocatore non indipendente sulla scena politica internazionale.
 
Stando alle dichiarazioni di Londra il Regno «porta energia positiva e responsabilità morale» per la prosperità e la stabilità nel mondo. Sembra però indifferente al fatto di aver da tempo esaurito le difese e le risorse necessarie ad alimentare questi ambiziosi piani globali. Lo stesso ex premier britannico John Major parla di un paese che non può più essere considerato una grande potenza internazionale, dichiarando che le decisioni sulle istanze globali sono prese da Stati Uniti, Cina ed Unione Europea, a seguire Russia e Turchia.
 
Andrei Suzdalitzeva, esperto politico e vice Rettore della facoltà di politica e di economia internazionale della Higher School of Economics (HSE University), sostiene che la Gran Bretagna, per agire nello scenario internazionale, ha bisogno della cooperazione di Nato e USA. Per alcuni gli analisti inglesi resta, infatti, la convinzione che la Nato rimarrà la base della sicurezza collettiva nella regione Euro - Atlantica, dove la minaccia più seria è rappresentata dalla Russia.  

Washington per lungo tempo è stato un importante partner di Londra e la loro cooperazione è cresciuta velocemente dopo la brexit tanto da venir definita «speciale». Tutto questo negli ultimi anni si è svuotato di un contenuto reale e Washington ha rivolto la maggior parte delle sue attenzioni ad altri governi. Indubbiamente i due paesi continuano a essere in ottimi rapporti e in questo momento i loro leader dimostrano un’ottima comprensione personale.

Nonostante questo i politologi americani del Consiglio per le Relazioni Internazionali hanno collocato l’alleanza con la Gran Bretagna all’11° posto per importanza vicino all’Indonesia. Non avrebbe comunque senso ingigantire il grado di discordia tra i due paesi che sperano ancora di mantenere un mondo unipolare in mezzo a tutti i cambiamenti politici militari che stanno avvenendo. Tutto questo viene riflesso da trent’anni a questa parte nella politica estera e nella strategie di difesa del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
 
«La Gran Bretagna globale nell'epoca della concorrenza» è una panoramica completa dei problemi di sicurezza, difese, sviluppo e politica estera. La strategia attualmente adottata riconduce alla realizzazione del sogno britannico: un’isola nel mare dei flussi finanziari internazionali, dell’informazione e delle reti di sicurezza. Nel documento è sottintesa una maggiore autonomia, o meglio la maggior autonomia possibile da Washington, come peraltro insistono gli aderenti a “Gran Bretagna globale”. Anche qui non si deve però cadere in errore, l’autonomia non è contro gli USA ma a sostegno loro.

Il decrepito impero americano, rappresentato da un illogico Biden, viene aiutano a non cadere sotto il peso della missione liberale. La Gran Bretagna pretende di assumere una parte essenziale della missione Navale contro l’opposizione delle potenze continentali divenendo fondamentale per la Russia prestare attenzione alle attività inglesi in Europa orientale, sopratutto in Ucraina dove da tempo i servizi segreti britannici e le forze armate interagiscono alacremente con il regime di Kiev.

L'ultima informazione di aggravamento militare nel Donbass e della guerra su larga scala che sta per scoppiare, ha un rapporto diretto con la politica di Londra.  Il CMI della Ucraina segnala che è in atto un ricatto nei confronti di Vladimir Zelenskii da parte dell'Organizzazione britannico-olandese  Bellingcat, che minaccia di pubblicare un’indagine probabilmente contenente  le prove dei “tradimenti” della sua amministrazione. Giunge anche un’informativa che Zelenskii sta provando a risolvere questo caso con l'MI-6.

Un altro fronte potenzialmente pericoloso è la Turchia, potenza in rapida crescita, con la quale Londra intende sviluppare efficacemente la cooperazione nel campo economico e della sicurezza. In seguito alla pubblicazione della nuova strategia di politica estera, l'ambasciatore di Gran Bretagna in Turchia Dominik Chilkott, nel suo twitter ha dichiarato: «Londra vorrebbe lavorare con la Turchia, come anche con altri importanti paesi della regione: Cipro e Libia, per risolvere i problemi in forza al sistema di regole stabilite internazionalmente e che noi dobbiamo corroborare».

Non bisogna inoltre dimenticare che l’attuale capo del MI-6 Richard Mur è stato ambasciatore in Turchia, mentre Ersin Tatar, attuale presidente della Repubblica Turca di Cipro del Nord, ha ricevuto un’istruzione secondaria superiore in Inghilterra (Università di Cambridge). E’ interessante anche dare un’occhiata più da vicino alle reti d’influenza dei paesi arabi del Medio Oriente Siria inclusa. Non è nemmeno da scartare il conto della persistente influenza inglese in Africa e le «imperiali» compagnie militari private britanniche attivamente impegnate in questo continente.
 
Dalla tribuna dell’American College di Fulton, Winston Churchill proclamò la costruzione di un tempio di pace basato sulla relazione tra stati Fratelli: Impero Britannico e Stati Uniti d'America ma ormai da molto tempo questa relazione non esiste più.