Sono arrivate a sei, in Serie A, le vittorie consecutive per l'Inter, che giovedì sera ha espugnato il "Tardini" con il risultato di 2-1 grazie alla doppietta di Alexis Sanchez.

Dopo un primo tempo per nulla esaltante, la partita si accende nella ripresa con il doppio vantaggio del Nino Maravilla che al 9' infila Sepe su assist di Lukaku, per poi ripetersi al 17', ancora una volta grazie ad un assist di Lukaku favorito da una delle sue leggendarie galoppate semina avversari. Successivamente è Hernani a riaprire il match, ma il risultato non cambia più.

Dopo il triplice fischio di Pasqua l'Inter porta così a +6 il vantaggio sul Milan, che si trova al secondo posto, mentre i lParma è ancora più inguaiato e rischia davvero di finire in B.

Questa l'analisi della partita da parte di Antonio Conte al termine della gara: 


Si aspettava esattamente questa partita come grado di difficoltà? Che valore ha questa vittoria? 
"Entrambe le squadre hanno giocato, complimenti al Parma, che ci mette sempre in difficoltà. Ha giocatori importanti in organico e un ottimo allenatore, hanno tutte le carte in regola per salvarsi e glielo auguro. Era un esame di maturità per noi, bisognava tirare fuori le unghie e su questo aspetto stiamo migliorando. Siamo stati bravi a fare due gol anche se abbiamo avuto tante occasioni e sul 2-0 avremmo potuto fare meglio. È normale sia venuta un po' di apprensione anche perché loro sono strutturati fisicamente ma Samir (Handanovic, ndr) non ha fatto interventi particolari e abbiamo avuto anche le chance per il terzo gol. Sono contento per i miei ragazzi, perché stanno dimostrando grande applicazione. Bene così". 

Giocatori come Hakimi, Perisic, Eriksen hanno fatto un salto mentale per giocare a certi livelli. È questa la crescita vera? "Penso di essere un allenatore molto democratico. Non regalo niente a nessuno e i ragazzi sanno bene che c'è un'idea di squadra per la quale il singolo viene dopo il collettivo. Tutti devono mettersi a disposizione pensando al noi e non all'io. Ho trovato un gruppo di ragazzi desiderosi. Lo stesso Hakimi è cresciuto, pur partendo dalla panchina qualche volta, però adesso sta meritando. Non dimentichiamoci che Darmian la scorsa partita ha giocato al suo posto ed è stato tra i migliori in campo, trovando anche la via del gol". 

Come ha visto Sanchez? "Ne ho parlato ieri sottolineando che non ha mai avuto questa condizione psicofisica da quando è all'Inter. Siamo stati bravi ad avere pazienza e lui a lavorare nel modo giusto. Sa bene che solo il lavoro l'ha riportato a certi livelli e come ho detto ieri avere una competizione sana tra i nostri attaccanti è importante. Siamo andati avanti quasi un anno e mezzo solo con Lautaro e Lukaku. L'anno scorso c'era Esposito, che ora sta facendo il suo percorso di crescita in Serie B, adesso abbiamo un ragazzo come Pinamonti che è un buonissimo prospetto e ha potenzialità per crescere ma è ancora giovane e deve sfruttare il fatto di far parte di questo gruppo per diventare ancora più forte. Aver la possibilità di scegliere, cosa mai successa in passato, mi fa stare più tranquillo. I ragazzi si sentono tutti coinvolti e tutti rispondono alla grande. C'è un coinvolgimento totale e io ho un approccio democratico". 

La filosofia che hai trasmesso alla squadra trova la sua espressione nel pressing che avete fatto sul secondo gol? "I ragazzi sanno bene che quando perdiamo palla bisogna aggredire in avanti per provare a recuperarla nel giro di 5-6 secondi. Se poi gli avversari eludono la pressione è giusto riabbassarsi. La crescita di questa squadra è legata al fatto che sa scegliere i momenti. Anche durante la partita sanno riconoscere le situazioni, mentre prima si partiva in un modo e si finiva nella stessa maniera. Oggi non era semplice perché il Parma ci voleva alti per spaccarci in due e attaccarci con palla lunga su Kucka". 

L'Inter è in fuga? 
"Sicuramente siamo in una buonissima posizione, con una buonissima classifica. Rispetto all'anno scorso siamo davanti a tutti e c'è stato un miglioramento importante, ma mancano 13 partite e nel campionato italiano ogni partita è una battaglia. Si possono sempre lasciare punti per strada, quindi abbiamo 13 finali da giocare cercando di fare il nostro meglio. Se poi riusciremo ad arrivare in testa alla fine saremo molto orgogliosi perché vuol dire che sono stati fatti passi avanti incredibili".