Report, nella puntata di lunedì 10 aprile, si chiede se il salvataggio de l'Unità non sia servito al Gruppo Pessina, che opera come core business nel campo delle costruzioni, come mezzo per ottenere più facilmente appalti per le proprie aziende.

Un'ipotesi surreale e infondata? Mica tanto. Infatti, in una intercettazione relativa all'inchiesta Consip, Carlo Russo, legatissimo alla famiglia Renzi ed in particolare ai genitori dell'ex presidente del Consiglio, suggerisce ad Alfredo Romeo di acquistare l'Unità in crisi finanziaria per ingraziarsi i vertici del PD, al momento della conversazione partito di maggioranza in Parlamento e nel Governo.

Curiosamente, il Gruppo Pessina che nel 2014 riduce in maniera preoccupante il proprio fatturato per aver esaurito le precedenti commesse, dopo aver permesso a l'Unità di riaprire i battenti e tornare in edicola, eccolo di nuovo acquisire commesse in Italia e all'estero che, in qualche modo, potrebbero avere collegamenti con possibili "sponsorizzazioni" da parte del Governo o da parte del Partito Democratico.

Questo implica un do ut des che possa costituire una fattispecie di reato? Prima di tutto è da dimostrare, prove alla mano, che questa attività da parte di Governo e/o del PD vi sia stata. Quello che è evidente, ed è l'unica cosa che si afferma, è la concomitanza degli eventi.

Comunque, come ha affermato l'ex direttore de l'Unità, Sergio Staino, «se ciò fosse accaduto non ci sarebbe nulla di straordinario. E’ chiaro che un governo come è stato il governo Renzi, che ha puntato tantissimo sull’ampliamento delle iniziative imprenditoriali delle industrie italiane all’estero, sia vissuto dalle aziende che lavorano in questo campo con attenzione e simpatia perché di fatto questa azione di governo, attraverso gli strumenti dei ministeri preposti, facilita questa possibilità d’impresa per l’Italia tutta. Non c’è nulla di male.»

Ma il fatto più strano è quanto accaduto con un appalto in Italia, quello relativo ad un ospedale a La Spezia.

La regione, al tempo a guida PD, avvia una gara da 175 milioni per "la progettazione esecutiva, esecuzione lavori e gestione/manutenzione impianti per i successivi 4 anni, con la peculiarità del trasferimento della proprietà di beni immobili (ai sensi del'art. 53, comma 6 del D.Lgs. 163/2006), quelli che costituiscono il complesso dell'ospedale sant'Andrea, con cessione in conto prezzo del compendio immobiliare.

L'intervento implica la demolizione dell'attuale Felettino, e l'accorpamento di tutte le attività nel nuovo presidio, da erigersi nello stesso sito. Durata dell'appalto stimata in 3.030 giorni: 90 per la progettazione esecutiva, 1.460 per costruire il nuovo ospedale, inclusa demolizione dell'attuale, e 1.480 per le attività di gestione-manutenzione degli impianti. Aggiudicazione in vista verso l'autunno."

Dopo la manifestazione d'interesse che aveva visto coinvolte 8 aziende, solo una ditta presenta l'offerta per aggiudicarsi l'appalto. Qual è la ditta? Il Gruppo Pessina. E che c'è di strano? E' normale che ciò possa accadere. Però, c'è un fatto curioso. Rispeto all'importo indicato nel capitolato d'appalto, l'offerta Pessina ha un ribasso di neanche l'1%.

Tutti sanno che, per aggiudicarsi una gara qualunque azienda fa dei consistenti ribassi, in media dal 15% al 30%, cercando comunque di rientrare nei costi. Inoltre, i ribassi saranno poi compensati dalle modifiche al progetto in corso d'opera, che verranno conteggiate a parte, e su cui le aziende, molto spesso, basano i loro guadagni.

Allora come spiegare che il gruppo Pessina abbia presentato un'offerta senza fare, praticamente, un euro di sconto? Dal punto di vista della logica, l'unica spiegazione possibile è che abbia saputo che era l'unico a presentare un'offerta per quell'appalto.

Report lo ha chiesto all'allora vicepresidente e assessore regionale alla salute della regione Liguria, Claudio Montaldo. Alquanto imbarazzato, l'ex assessore, ha detto di non sapere il perché quell'offerta potesse essere stata presentata senza sconto alcuno.

Ovviamente, ha sottolineato che la gara è stata aggiudicata con tutti i controlli del caso, seza che fosse riscontratta alcuna anomalia. E ci mancherebbe!

Naturalmente, nulla ha a che fare con la vicenda il fatto che il vicepresidente della Regione Claudio Montaldo in passato sia stato indagato per turbativa d'asta e abuso d'ufficio per la vicenda dell'ospedale Maria Misericordia di Albenga, vicenda per cui la magistratura gli ha contestato, a vario titolo, i reati di turbativa d'asta, di rivelazione di segreto d'ufficio in relazione al bando di gara, di abuso d'ufficio in relazione all'estensione dell'appalto in un primo tempo limitato alla Asl 2 Savonese.