La domanda è: a circa quattro mesi dal via del campionato 2017/18 (che partirà il prossimo 19 agosto), le squadre che vi parteciperanno potranno far conto o meno degli introiti dei diritti televisivi che per il prossimo triennio si è aggiudicata il broker Mediapro?

Non è una domanda del tutto irrilevante. Infatti, Mediapro, che se li è aggiudicati per oltre un miliardo di euro per tre anni in qualità di intermediario, vuole adesso rivenderli a coloro che prima li acquistavano direttamente dalla Lega. Per farlo e ritagliarsi un margine, Mediapro ha creato una propria offerta che ha proposto alle aziende interessate.

Le squadre di serie A a breve, molto a breve, vorrano sapere se potranno o meno far conto su quei soldi per programmare l'imminente campagna acquisti, oltre a far fronte alle spese correnti... molte squadre italiane, se non quasi tutte, se non potessero ricorrere a quelle entrate chiuderebbero i battenti nel giro di poco tempo o sarebbero costrette a far giocare i ragazzi delle giovanili.

Qual è il problema? Che Mediapro, pur essendosi aggiudicati quei diritti, non ha ancora presentato una fidejussione per garantirne il pagamento e che potrebbe anche non farlo, in base a quanto deciderà il tribunale di Milano in merito al ricorso presentato da Sky riguardo al bando di gara pubblicato dalla stessa Mediapro.

Tutto ruoterebbe intorno alla vendita di due pacchetti aggiuntivi relativi alla "personalizzazione", sia a livello editoriale che pubblicitario, degli incontri di calcio da ritrasmettere. Se uno dei partecipanti al bando, secondo Mediapro, vuole utilizzare propri approfondimenti da studio, interviste e immagini a partire dai 90 minuti precedenti l’inizio di ciascuna gara fino ai 75 minuti successivi al fischio di chiusura, deve pagare di più. Lo stesso se vuole ritrasmettere anche della propria pubblicità.

Ma Sky non è d'accordo e per questo ha chiesto che fosse un Tribunale ad esprimere un giudizio in merito. Secondo Sky, il bando realizzato da Mediapro sarebbe contrario alle indicazioni fornite dall’Antitrust: «L’Autorità ha sottolineato l’esigenza di evitare che l’intermediario indipendente svolga attività che determinino l’insorgere di rapporti di concorrenza con gli operatori della comunicazione.

Pertanto, non dovranno essere intraprese iniziative che comportino l’assunzione di una responsabilità editoriale, che caratterizza invece l’attività dell’operatore della comunicazione, soggetto fornitore di contenuti multimediali.

Al contempo l’Autorità ritiene necessario che sia garantita ai sub-licenziatari la più ampia iniziativa imprenditoriale ed editoriale nel confezionamento dei singoli prodotti audiovisivi.»

Adesso, sarà il Tribunale di Milano ad esprimersi, con il rischio che l'assegnazione dei diritti tv per la Serie A debba ripartire da zero.