Il Papa può sbagliare, si scusa e ringrazia chi gli abbia fatto notare l'errore Questo è il riassunto di una parte della conferenza stampa tenuta da Francesco durante il volo di ritorno dalla sua visita pastorale che dal Perù lo ha riportato a Roma, dove è atterrato nel primo pomeriggio allo scalo di Ciampino.

Quel passaggio della conferenza stampa riguardava la risposta che a Iquique il Pontefice aveva dato ad un giornalista che gli aveva fatto una domanda sul vescovo Barros: «Il giorno che avrò una prova parlerò.» Quella risposta aveva suscitato molte polemiche e la critica da parte dell'arcivescovo di Boston O’Malley.

Nella conferenza stampa di rito, prassi ormai più che consolidata al ritorno di una visita pastorale, il Papa non si è sottratto a chi ha sollevato l'argomento, ringraziando il cardinale O’Malley «per avermi fatto notare che la parola prova non è stata un’espressione felice per il dolore delle vittime.»

Ed oltre alle scuse ad O’Malley, il Papa ha chiesto scusa alle vittime di abusi, dicendo che l'espressione da lui usata, prova, non era adatta e andava sostituita con evidenza: «Il dramma degli abusati è tremendo. Cosa provano le vittime? A loro devo chiedere scusa, perché la parola prova ha ferito, la mia espressione non è stata felice. Chiedo scusa se ho ferito senza accorgermi, senza volerlo, mi fa tanto dolore. Sentire che il Papa dice loro "portatemi una lettera con la prova" è uno schiaffo. Perciò non voglio più usare il termine prove ma evidenze.»

Allo stesso tempo, Bergoglio si è giustificato dicendo di non aver potuto condannare Barros perché non gli sono state portate "evidenze" che lo facessero ritenere implicato nello scandalo Karadima: «Non posso condannarlo, se non ho evidenze. Barros resterà se non ci sono evidenze, e sono convinto che è innocente. La testimonianza delle vittime è sempre un’evidenza, ma nel caso di Barros non c’è evidenza di abuso. Non c’è evidenza che abbia coperto. Ripeto: sono disponibile a ricevere un’evidenza ma al momento non c’è.»

Inoltre, Francesco ha aggiunto di aver respinto in due diverse occasioni le dimissioni di Barros imponendogli di continuare a ricoprire l'incarico di vescovo.

Infine, per quanto riguarda la Commissione vaticana contro gli abusi, il Papa ha ricordato che la precedente era stata nominata per tre anni ed una volta scaduti i termini è stato deciso di rinnovare una parte dei suoi componenti e di nominarne di nuovi: «Prima dell’inizio di questo viaggio è arrivata la lista definitiva con i nomi e ora si segue l’iter normale della Curia. Delle persone nuove si studiano curriculum, e c’erano due osservazioni che dovevano chiarirsi... sono i tempi normali.»