«Centinaia di migliaia di migranti e rifugiati continuano a fuggire dai propri paesi alla ricerca di una speranza. Ma la nostra società sembra spesso voltarsi dall’altra parte o, peggio, manifesta ostilità. In una giornata come questa è, invece, fondamentale ricordare che parliamo di persone – spesso donne e bambini – che, per sottrarsi a guerre, persecuzioni, miseria e altre grandi avversità, si sottopongono a sofferenze indicibili e troppe volte trovano addirittura la morte.»

Così inizia una propria riflessione sul tema il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa Evangelica Luterana in Italia.

Il problema della migrazione è "quasi" del tutto spiegato in quella breve frase iniziale: "persone – spesso donne e bambini – che si sottraggono a guerre, persecuzioni, miseria e altre grandi avversità." Il resto della spiegazione consiste nel fatto che tali semplici concetti non vengono capiti.

Per provare a farne partecipi politici e opinione pubblica, è stata organizzata "Bambini – Storie di viaggio e di speranza", promossa dall’Associazione Museo Migrante MuMi – Unicef Italia, aperta al pubblico oggi e domani nel complesso Vicolo Valdina di piazza Campo Marzio 42, a Roma, e presentata il 3 ottobre a Montecitorio attraverso una lettura di testimonianze, introdotte dalla conduttrice televisiva e attrice Geppi Cucciari, lette da Caterina Guzzanti, Roberto Herlitzka e Galatea Ranzi.

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha commentato la commemorazione, ricordando, tra l'altro che «a migrare non sono i numeri ma le persone che hanno un loro percorso, un loro vissuto e una loro sensibilità. Mettiamoci un secondo nei panni di una madre che davanti allo sfacelo decide di migrare. Se lo facessimo, queste persone diventerebbero altro.

Chi fugge non va a fare una scampagnata. Era il caso delle 368 persone che morirono a 500 metri da Lampedusa, quattro anni fa.

Quest’anno sono state 2654 le persone morte, ma oltre a loro ci sono i dispersi in mare, non ufficialmente morti. Poi ci sono i naufragi di cui non sappiamo nulla. Oggi sono diminuiti gli sbarchi, c’è chi ne è felice e chi è molto preoccupato. Ma non basta diminuire gli arrivi per risolvere il problema. Non posso smettere di preoccuparmi e lo sarò finché non ci saranno in Libia condizioni di accoglienza accettabili. E finché non si capirà che trattenere le persone non è la soluzione.

Le persone partono perché in molti Paesi africani manca lo sviluppo umano. È necessario un grande piano di investimenti e va percorsa la via del negoziato perché ci sono conflitti che vanno avanti da anni che generano spostamenti della popolazione.

Per l’integrazione servono dei fondi dedicati se vogliamo fare sul serio, l’integrazione non è rinviabile per la coesione sociale. L’auspicio è approvare la legge sulla cittadinanza entro questa legislatura. Non farlo sarebbe un errore politico e significherebbe deludere tanti giovani e associazioni cattoliche. Significa fare una cosa sbagliata.»

In questa giornata, da segnalare anche l'iniziativa messa in atto da Save the Children a Lampedusa, organizzata insieme al Comitato 3 Ottobre, riassunta in questi termini da Valerio Neri, Direttore Generale della Ong: «Di fronte alle bare allineate nell’hangar, quattro anni fa si disse “Mai più”. Purtroppo da allora, uomini, donne e bambini hanno continuato a perdere la vita in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Ma non dobbiamo dimenticare neppure coloro che muoiono ancora ogni giorno attraversando il deserto, nei campi di detenzione o attraversando una frontiera per raggiungere il loro paese di destinazione. Ciascuna di queste morti è un fallimento per l’intera comunità.

Per questo è necessario garantire canali sicuri e legali di accesso, soprattutto per i più vulnerabili come famiglie con bambini e minori non accompagnati.

Essere oggi a Lampedusa con i ragazzi del nostro Movimento Giovani - ha proseguito Valerio Neri - per parlare di inclusione e di non discriminazione, è un modo di ricordare che la protezione e l’integrazione devono essere messi al centro di qualunque politica sulle migrazioni, in particolare per i tanti minori che arrivano nel nostro continente da soli.

L’Italia ha fatto un importante passo avanti con la Legge Zampa che garantisce loro maggiore protezione e possibilità di inclusione. È però fondamentale che venga data piena attuazione al provvedimento e che questa legge possa diventare esempio anche per altri paesi europei, per garantire a questi bambini e adolescenti l’opportunità di essere accolti e di integrarsi pienamente.»

Chiudo l'articolo con le parole di buosenso del pastore Heiner Bludau, citato all'inizio: «Molti in Italia si sentono minacciati da certe persone e da determinati gruppi di persone. Un sentimento che si traduce troppe volte in rifiuto e odio contro chi cerca rifugio, con attacchi quotidiani e spesso non solo verbali. Una tendenza che ha ingenerato, a sua volta, grande paura nei cuori e nelle menti di rifugiati e migranti. E anche coloro che li aiutano sono talvolta oggetto di ostilità.

La coesione sociale richiede, invece, il coraggio di non soccombere ai sentimenti di paura e rifiuto e di mantenersi aperti e ben disposti verso gli altri

Tanto difficile seguire un consiglio simile quando, oltretutto, la storia ci insegna che civiltà e progresso sono conseguenza di migrazioni e integrazioni tra popoli diversi?