Mentre le opposizioni invitano Gentiloni a chiarire in Parlamento eventuali retroscena sulla mozione di sfiducia del PD al governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco - retroscena relativi soprattutto all’attivismo del braccio destro di Renzi, Maria Elena Boschi - tra il premier e il partito è "scoppiata" la pace.

Anzi, a dire il vero non c'è mai neppure stata alcuna guerra!

Questo è quanto dichiarato da Gentiloni da Bruxelles, nella conferenza stampa dopo la chiusura del Consiglio europeo del 19-20 ottobre: «Tutte le opinioni sono legittime e i rapporti tra il governo e il partito di maggioranza relativa di cui mi onoro di far parte sono fondamentali e ottimi.

Dopodiché noi decidiamo avendo in mente l’obiettivo, non è una decisione di buona creanza, è una decisione rilevante.

L’autonomia dell’istituto ha un valore in sé, un valore per i mercati, sembrano cose strane però esistono, sono consolidate. L’autonomia deve stare a cuore alle autorità di governo, considerando che abbiamo, speriamo, alle spalle difficoltà nel nostro sistema creditizio.»

Autonomia del presidente del Consiglio certificata anche dallo stesso segretario del Partito Democratico - en passant, naturalmente, perché in questo momento Matteo Renzi è in "fase di ascolto" e non può essere disturbato con queste beghe da cortile - che ha dichiarato il proprio sostegno a Gentiloni (che probabilmente ha fatto tutti gli scongiuri del caso), affermando che il PD accetterà qualsiasi decisione verrà presa in merito a chi dovrà ricoprire il ruolo di governatore della Banca d'Italia.

A sigillo del buon esito della vicenda la certificazione in merito del capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato che in un articolo su Il Messaggero, contemporaneamente, difende la mozione PD, definisce assurde quella del Movimento 5 Stelle (ci mancherebbe!) e sostiene che tra Renzi e Gentiloni non ci sono mai state frizioni.