In Italia, l'attuale andamento del contagio da Covid-19 è paragonabile, per nuovi casi, a quello che vi era all'inizio delle misure di contenimento decise dal governo. Pertanto, nonostante non si stia parlando di pochi casi, ormai il Governo ha deciso che dal 4 maggio si avrà un allentamento delle attuali misure. Tutto sta nel vedere come tale allentamento verrà interpretato dalla gente, anche considerando che alcune regioni, solo per ragioni legate al consenso elettorale, già da lunedì hanno annunciato proprie misure di alleggerimento del regime di quarantena... se c'è da aprire, alcuni presidenti vogliono poter dire "io l'ho fatto prima". 

Una roba da asilo, ma questo è il livello di coloro che in Italia pretendono di farsi chiamare statisti. Ricorrendo all'intramontabile classico del "mal comune mezzo gaudio", possiamo però consolarci che anche al di là dei nostri confini le cose non è che brillino.


In Gran Bretagna, con l'ultimo dato di 813 decessi, il numero delle persone che sono morte negli ospedali del Regno Unito a causa del coronavirus, ha superato la soglia delle 20mila, per la precisione 20.319. A marzo, il direttore del NHS, Stephen Powis, aveva dichiarato che un numero totale di decessi con Covid sotto i 20mila sarebbe stato un buon risultato.

Dopo 51 giorni dal primo decesso, quella soglia è stata superata, mentre il numero giornaliero dei nuovi casi è ancora lontano dal poter dire che la Gran Bretagna abbia imboccato la via di una rapida discesa del calo dei contagiati.


Peggiore è però il dato degli Stati Uniti, con il presidente che vuole un ritorno alla normalità, mentre il numero dei nuovi casi continua a salire. Alcuni governatori pare abbiano deciso di seguire quella strada e così Georgia, Oklahoma e Alaska mitigheranno le misure di distanziamento sociale prese finora, consentendo anche la riapertura dei ristoranti.

Il guaio, però, è che il contagio negli Usa non ha intenzione di diminuire, anzi i 52mila morti e gli oltre 36mila nuovi casi registrati ieri dicono piuttosto il contrario. Pertanto, pretendere di voler terminare la quarantena in un simile scenario, più che irresponsabilità, appare una scelta criminale.


Tra gli irresponsabili, possiamo includere anche il presidente del Brasile Bolsonaro, che deve tener conto ogni giorno che passa, oltre che dei ministri che fuggono dal suo Governo (l'ultimo è quello della Giustizia), anche dell'evidenza che la pandemia è un serio problema e che non lo si può minimizzare catalogandolo come già risolto e spacciando come cura un farmaco antimalarico.


E per chi, anche in Italia, aveva già parlato di patentino d'immunità come uno dei pilastri per la fase post clausura, oggi è arrivata la doccia fredda dell'OMS che in una guida sull'adeguamento delle strutture di sanità pubblica e sulle misure sociali per contrastare la pandemia ha fatto sapere che al momento non ci sono prove che le persone guarite dal Coronavirus abbiano sviluppato anticorpi che le proteggano da una nuova contagio e consentano loro di non infettare gli altri.

“Alcuni governi – ha dichiarato l'OMS – hanno suggerito che il rilevamento di anticorpi contro Sars-CoV-2, il virus che causa il Covid-19, potrebbe servire come base per un "passaporto di immunità" o come un certificato "privo di rischio", che consentirebbe alle persone di viaggiare o di tornare al lavoro, presupponendo che siano protette dalla reinfenzione. 

A questo punto della pandemia, non ci sono prove sufficienti sull'efficacia dell'immunità mediata da anticorpi tali da garantire l'accuratezza di un "passaporto d'immunità" o di un certificato "privo di rischio", il cui utilizzo potrebbe, a questo punto, addirittura aumentare la possibilità di una trasmissione del contagio senza soluzione di continuità”, perché le persone che presumono di essere immuni finirebbero per ignorare i consigli di igiene e distanziamento sociale.