(di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo, SalernoUn recente articolo speciale di Neurology, la prestigiosa rivista dell’American Academy of Neurology, sostiene l’importanza di monitorare con regolarità la salute cognitiva dopo i 65 anni d’età. L’obiettivo è riconoscere in tempo utile una condizione definita: danno cognitivo lieve.

"Il declino delle facoltà cognitive negli anziani che va oltre l’invecchiamento fisiologico e degenera in una forma di demenza, è uno dei maggiori problemi sanitari delle società occidentali. La demenza, infatti, oltre a peggiorare la qualità della vita del paziente e del suo nucleo familiare, ha rilevanti costi economici e sociali".

Attualmente la migliore strategia di contrasto al decadimento cerebrale è la prevenzione e la stimolazione delle abilità cognitive, per rallentare il processo di deterioramento. Il presupposto di questo tipo di intervento è la diagnosi precoce, ossia l’individuazione dei primi segni di diminuzione delle funzioni cognitive.

Spesso le alterazioni cognitive sono subdole e non sempre percepite dal medico, si parla del 50% di non rilevazioni.

Ovvio che una corretta prevenzione e una diagnosi tempestiva possano portare ad un miglioramento della sintomatologia e ad un ritardo  nell'evoluzione della patologia fino, addirittura, ad un netto miglioramento delle condizioni di un paziente.

"In definitiva, una regolare valutazione della salute cognitiva potrebbe rendere più efficaci gli interventi terapeutici e offrire un maggiore supporto per i problemi quotidiani che i pazienti e le loro famiglie devono affrontare".