Oggi si è svolto il nuovo incontro per trovare un accordo tra Governo e sindacati sul tema pensioni nella legge di bilancio 2018.
La Cgil, poco ottimista nei giorni scorsi, ha confermato le proprie perplessità proclamando una "mobilitazione generale territoriale" per il prossimo 2 dicembre. Per Camusso, l'ultima proposta avanzata dal premier Gentiloni è stata giudicata "insufficiente", ed ha proclamato pertanto una mobilitazione generale territoriale.

Queste i rilievi indicati da Susanna Camusso: «Il primo elemento di critica che ribadiamo è la scarsità di risorse nella Legge di bilancio. È una scelta politica. La vertenza previdenziale è aperta, lo ribadiremo con grande forza, e per sostenerla la Cgil indice per il 2 dicembre una prima mobilitazione, a sostegno di cambiamenti universali del sistema previdenziale e di una maggiore attenzione di governo e Parlamento ai temi del lavoro.

Il governo presenterà al Parlamento le proposte formulate oggi. Il Parlamento può ancora intervenire e dare sostanza alle tante dichiarazioni di questi giorni dando risposte al mondo del lavoro. Questo rafforza le ragioni della mobilitazione.

La distanza tra le proposte fatte e gli impegni che erano stati assunti dal governo col documento del 2016 è significativa. Non ci sono risposte sufficienti sulla pensione dei giovani, sulle donne, sul sistema previdenziale legato all'aspettativa di vita. Poca, troppo poca, attenzione ai temi del lavoro.»

Quali erano le proposte con cui Gentiloni si è presentato ai sindacati? Racchiuse in un pacchetto "blindato" e tolte così dalla discussione del dibattito parlamentare (sic!) e da eventuali possibilità di modifica, il Premier ha illustrato i seguenti punti: "esenzione dei lavori gravosi dall'aumento dei requisiti per la pensione che scatteranno per tutti dal 2019, nelle 15 categorie di lavori gravosi vengono considerati anche i lavoratori siderurgici di prima fusione, oltre a quelli di seconda fusione e del vetro addetti ai lavori ad alte temperature non già ricompresi tra gli usuranti; immediata esenzione dall'innalzamento previsto per il 2019 del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e del requisito contributivo per la pensione anticipata per le 11 categorie già individuate ai fini dell'Ape sociale e 4 categorie aggiuntive: operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad alte temperature.

In ogni caso, le possibilità di esenzione sopra indicate sono condizionate allo svolgimento di attività gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento, nonché, al fine degli effetti per il requisito anagrafico, al possesso di un'anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.
Infine, Gentiloni ha "magnanimamente" garantito la partecipazione certa delle parti sociali alle Commissioni sulle aspettative di vita e sulla separazione assistenza-previdenza."

Se per la Cgil la proposta è stata rimandata al mittente, a causa del fatto che il Governo ha promosso "il confronto su uno schema di risorse strette e continua a muoversi per deroghe, attraverso piccoli interventi che rende incerto il sistema previdenziale", al contrario la Cisl "ritiene che il percorso prospettato dal governo e la sintesi fatta siano assolutamente positivi", in base ala parole pronunciate dalla segretaria della Cisl Annamaria Furlan. Anche il leader della Uil Carmelo Barbagallo sembra accontentarsi, soddisfatto di aver fatto il massimo possibile, aprendo «una breccia nella legge Fornero.»