La deputata Paola Frassinetti, ex Alleanza Nazionale, ex Popolo della Libertà, adesso in Fratelli d'Italia, questo giovedì è intervenuta nel dibattito in Aula alla Camera per ricordare la strage di Bologna, soprattutto in merito alla verità processuale di tale strage che ha portato a definirne fascista la matrice.
«Bisognerebbe avere il coraggio di dire che i giudici, a Bologna, sono sempre stati prigionieri di logiche ideologico-giudiziarie, con lo scopo non di ricercare la verità - ha affermato la Frassinetti - ma di riuscire a tutti i costi ad arrivare alla conclusione che la matrice fosse nera per ragion di Stato .
Bisognerebbe avere lo stesso coraggio che ha avuto il Presidente Cossiga quando, nel 1991, ebbe l'onestà di ammettere che si era sbagliato e che la strage non era addebitabile ad ambienti di estrema destra, chiedendo anche scusa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Bisognerebbe avere lo stesso coraggio che hanno avuto tanti esponenti di sinistra che hanno firmato appelli, scritto articoli, aderito a comitati, affermando che i veri colpevoli non erano stati ancora trovati.
Invece, a livello giudiziario, è stato un continuo districarsi tra prove inquinate, seguendo piste false con testimoni poco credibili. Anche il nuovo processo, iniziato a Bologna in Corte d'Assise a marzo, è un'altra occasione perduta. Invece di approfondire la pista che porta a verificare l'ipotesi dell'esistenza di una ritorsione del terrorismo palestinese…
È davvero preoccupante che non ci sia la volontà di fare chiarezza su questa pagina oscura. Noi continueremo a batterci affinché venga trovata la verità, continueremo a pretendere di conoscere i nomi dei veri colpevoli. Lo facciamo da patrioti, per il bene dell'Italia…»
Per il partito non fascista Fratelli d'Italia, i cui espponenti non possono pronunciare il termine partigiani a meno di non rischiare l'immediato ricovero in codice rosso per crisi allergica acuta, riguardo la strage di Bologna, la verità sta non nel rispondere a tutti i quesiti ancora irrisolti associati a quella strage, ma nel fatto che comunque non debba essere definita "fascista" o come ha detto la deputata Frassinetti, "non addebitabile ad ambienti di estrema destra".
C'è da chiedersi perché un partito non fascista si preoccupi soprattutto del fatto che la strage sia stata definita tale, anche se la verità possa essere un'altra. Infatti, se Fratelli d'Italia fosse interessato solo a conoscere la verità non avrebbe bisogno di partire dal concetto che quella processualmente stabilita sia falsa a prescindere. Infatti potrebbe essere corretta, potrebbe esserlo parzialmente o potrebbe essere integrata con altre "verità" di cui non sappiamo nulla.
Alla Frassinetti, ha risposto Pierluigi Bersani, di Liberi e Uguali, ricordando che, al tempo, furono le istituzioni e chi le rappresentava a far sì che quella strage non venisse trasformata dall gente come la giustificazione per dare inizio a delle violenze: «... La mano di Pertini sul leggìo. Un fatto di parole giuste, sì ma non solo un fatto di parole giuste: un fatto di istituzioni rispettate e credibili, e di persone che le incarnavano, rispettate e credibili.
E delle parole come democrazia, Costituzione, cara collega: democrazia, Costituzione... Nel cuore di quella gente! Parole piene di senso per quella gente. E forze del lavoro di ogni colore che si sentivano presidio di quelle parole…
1969-1984: bombe da tutte le parti! Non ci sono riusciti a portarci dove non volevamo andare: quelle forze lì!»
Anche Bersani, evidentemente, ha avuto il dubbio che la preoccupazione maggiore di Fratelli d'Italia fosse quella che non venisse associato l'attributo fascista alla strage di Bologna, la cui finalità, come è facilmente intuibile dalle sue parole, era quella di dare il via ad una guerra civile.
Ma perché Fratelli d'Italia se dice di non essere un partito fascista si preoccupa che quella strage sia stata definita fascista?