L’aumento dell’età media, unitamente ad altre cause e concause, molte delle quali ancora sconosciute, sono alla base dei sempre più numerosi malati di demenza senile, quindi di pazienti inquadrabili in fasce deboli, che hanno problematiche assistenziali domiciliari di particolare impegno. 

A livello mondiale, il problema è molto sentito e nei paesi cosiddetti industrializzati, oltre a dare un impulso alla ricerca per tentare di rallentare il deterioramento cerebrale  e comprenderne  la causa, almeno in alcuni casi di demenza, si tenta di offrire a questi pazienti, e in generale a tutte le fasce deboli, un tipo di assistenza a domicilio. 

Questa, infatti,  non allontanando i pazienti dagli affetti familiari, ne conserva più a lungo possibile le funzioni cognitive e di relazione. 

Inoltre,  è chiaro che bisogna intensificare le campagne di sensibilizzazione e di informazione al fine di portare a conoscenza di questa emergenza sanitaria sempre più persone.

È necessario  creare una rete assistenziale realmente efficace, in quanto l'assistenza ricade ancora troppo sulle famiglie, spesso lasciate sole e non preparate per fornirla in modo adeguato.

Il personale  che si occupa di demenza e in genere di pazienti in fasce deboli deve essere “umanizzato", preparato e motivato. 

Ritengo che spesso una parola dolce, un sorriso o un bacio rappresentano per alcuni malati una terapia più importante di quella farmacologica, perché  in alcuni pazienti i farmaci potrebbero  non essere più efficaci e quindi  bisogna mettere in atto tutte le strategie per migliorarne la qualità della vita, prolungarne l’aspettativa e favorire il mantenimento delle capacità residue.  È bellissimo e gratificante vedere il sorriso sul volto di chi soffre, o un ritorno breve o una qualsiasi reazione in chi "a causa della malattia" non sembra più con noi, non ricorda... non sa neppure chi siamo.

Di solito, chi scrive, quando si trova di fronte ad un paziente fragile,  non varca l’uscio di casa senza una carezza, che non è segno di pietà, ma solo di rispetto e amore e, spesso,  molto spesso... sortisce qualche insperato effetto. 

Spesso  i medici si trovano a combattere contro rigide burocrazie e moduli da compilare.

Spesso un malato fragile a domicilio, anche un semplice “super”  anziano necessita di semplici prestazioni domiciliari come un dermatologo, un oculista un  otorino, una fisioterapia, un sostegno psicologico o un esame audiometrico.  

Allora tutto diventa difficile per le famiglie perché  la fisioterapia domiciliare ha i suoi tempi e i suoi limiti, la prescrizione di presidi terapeutici è limitata e si sentono rispondere frasi del tipo:  non vi è personale, non abbiamo medici, bisogna compilare il modulo, bisogna risparmiare, c’è una lista di attesa... 

Certamente la Sanità Italiana, con alcune, se non tante eccellenze, è anche un po’ a macchia di leopardo: esistono probabilmente piccoli centri di potere dove alcuni dirigenti gestiscono in maniera discutibile diversi  importanti servizi. Le liste di attesa a volte sono incomprensibili e la qualità del servizio offerto a volte discutibile!

La pandemia da Covid -19 speriamo abbia insegnato qualcosa e, soprattutto, cambiato  qualcosa!