"Nelle ultime ore sono stato in mezzo a gente stupenda in Sicilia, in Calabria e a Genova - ha scritto il ministro dell'Interno Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook. - Ma in Europa non cambiano mai. È mio dovere informarvi che un barcone con 170 immigrati a bordo, ora in acque maltesi e in difficoltà, viene bellamente ignorato, anzi viene accompagnato verso le acque italiane, dalle autorità maltesi. Se questa è l'Europa, non è la mia Europa. L'Italia ha già accolto, e speso, abbastanza. Sia chiaro a tutti, a Bruxelles e dintorni. Punto".

Il Governo maltese, però, è di tutt'altro avviso. Questa è la sua ricostruzione pubblicata in una nota.

Una barca con migranti è stata intercettata dalla Guardia costiera italiana che stava navigando nell'area nell'ambito dell'operazione Frontex, nelle vicinanze dell'isola di Lampedusa.

Secondo Malta, la barca, che non dava segni di essere in difficoltà avrebbe rifiutato l'assistenza di un mezzo navale delle Forze Armate maltesi, che ha tenuto sotto osservazione l'imbarcazione con i migranti durante tutta la sua percorrenza nella regione di ricerca e salvataggio di Malta.

I migranti, a detta del governo di La Valletta, hanno insistito di non aver bisogno di assistenza e che volevano proseguire verso la loro destinazione finale, l'Italia. Pertanto, Malta ha continuato a monitorare la barca, per adempiere al proprio compito, ma senza intervenire... i migranti non avevano chiesto aiuto.

Quindi, se per le autorità italiane l'assistenza a tale imbarcazione è da classificarsi come un caso di ricerca e soccorso, questo non riguarda Malta, perché nella sua area di competenza l'imbarcazione non aveva chiesto assistenza. Se ciò è avvenuto - dice Malta - questo riguarda l'Italia, con il porto sicuro più vicino che è Lampedusa.

Il Governo maltese fa poi notare che il Centro di coordinamento per il salvataggio marittimo di Roma non si è interessato alla sicurezza dei migranti quando la barca era nell'area di ricerca e salvataggio della Libia. Quindi, secondo Malta, se l'Italia non ha chiesto alla Libia di intervenire perché quella barca non era in difficoltà, perché avrebbe dovuto poi intervenire Malta quando quella barca ha continuato la navigazione senza chiedere alcun tipo di assistenza?

Pertanto, sempre secondo Malta, il Centro di coordinamento per il salvataggio italiano non ha alcuna pretesa legale per chiedere al governo maltese di fornire un porto sicuro per i migranti, che in seguito sono stati raccolti dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana.

Nell'immagine seguente fornita dai maltesi, la posizione in cui la Diciotti è intervenuta prendendo a bordo 177 persone.


La Diciotti ha poi attraccato a Lampedusa per sbarcare alcuni di quei migranti che avevano urgente bisogno di assistenza sanitaria.

Successivamente, ha ripreso il largo mantenendo a bordo 170 persone che, per il Viminale, non devono essere sbarcate in Italia.

Da notare che la Guardia Costiera e la gestione dei porti dipendono dal ministero delle Infrastrutture. Ma il ministro dell'Interno, evidentemente, in questo Governo del cambiamento ha compiti diversi rispetto a quelli che in passato avrebbe dovuto ricoprire e può dire a quello delle Infrastrutture che cosa deve o non deve fare.

Adesso, nel Mediterraneo una nave italiana, dello Stato italiano, ha a bordo dei migranti che un ministro italiano ha detto, al di là della sua effettiva competenza, che non devono sbarcare in Italia.

Finora Toninelli, Di Maio e Conte hanno ignorato la vicenda rimasta in second'ordine rispetto a quanto accaduto a Genova, ma è difficile che, stando così le cose, quei migranti, al di là di dove debbano poi essere accolti, possano sbarcare in un porto di un Paese che non sia l'Italia.

Grazie al "cambiamento" siamo nuovamente di fronte all'ennesima crisi e all'ennesimo paradosso. Possibile continuare in questo modo per cinque anni?