Le “rivelazioni private” ricevute da suor Faustina possono aiutare di certo a vivere pienamente la rivelazione di Cristo “in una determinata epoca storica”[1]. Riassumendo, si può affermare che la destinataria delle rivelazioni private era santa Faustina. Sopoćko, invece, essendo il suo confessore e direttore spirituale, aiutava suor Faustina a trovare chiarezza a volte, nelle difficili circostanze che accompagnavano le rivelazioni. 

Alla domanda che cosa pensa di suor Faustina e delle sue apparizioni? Il Nostro rispose nella sua relazione così: 

 «Dal punto di vista del carattere, era una persona assolutamente equilibrata, senza un’ombra  di psiconevrosi o isterismo. Naturalezza e semplicità erano le sue caratteristiche principali nei rapporti con le sorelle della congregazione e con le persone estranee. Non c’era in lei niente di artificiale, teatrale, forzato. Non c’era alcuna voglia di attirare l’attenzione. Anzi, cercava di non sembrare diversa da altri e non parlava con nessuno delle sue esperienze interiori, tranne al confessore  e alle superiore. La sua sentimentalità fu normale, controllata dalla volontà, senza manifestare facilmente i vari stati d’animo e le varie emozioni. Non cedeva alla depressione psichica, né all’irritazione durante gli insuccessi che sopportava tranquillamente, sottomettendosi alla volontà di Dio. Dal punto di vista mentale era una persona intelligente e aveva un discernimento sano delle cose, pur non essendo molto colta: sapeva appena leggere e scriveva con errori.

Dava dei consigli giustissimi alle sue consorelle, quando si rivolgevano a lei. Anch’io, a titolo di prova, le sottomisi alcuni dubbi che risolse in un modo molto giusto. La sua immaginazione era ricca, ma non esaltata. Spesso non era capace di distinguere la propria immaginazione da eventi soprannaturali, specialmente quando si trattava di ricordi del passato. Ma quando glielo feci notare, ordinandole di sottolineare nel Diario tutto ciò che non avrebbe potuto garantire con sicurezza che non fosse stato frutto della sua immaginazione - tralasciò alcuni suoi ricordi. Dal punto di vista morale era assolutamente sincera, senza un minimo di esagerazione  e neanche un’ombra di menzogna. Diceva sempre la verità, anche se a volte questo le causava  un dispiacere. Nel 1934, in estate, fui assente per alcune settimane, e suor Faustina confidò le sue esperienze ad altri confessori.

Al ritorno seppi che suor Faustina aveva bruciato il suo Diario. Ecco le circostanze, sembra che le fosse apparso un Angelo che le avesse ordinato di buttarlo nella caldaia dicendo: Stai scrivendo delle sciocchezze e non fai altro che esporre te stessa e altre persone ai dispiaceri. Che cosa ti porta questa misericordia? Perché stai perdendo tempo a descrivere certe allucinazioni? Brucia tutto e sarai più tranquilla e più felice! Suor Faustina non aveva nessuno che potesse consigliarla, e finita la visione eseguì l’ordine del presunto angelo. Poi capì di avere sbagliato  e mi raccontò tutto, e poi, per mio ordine dovette riscrivere tutto da capo. Dal punto di vista delle virtù soprannaturali faceva degli evidenti progressi.

Anche se vidi in lei, sin dall’inizio, la virtù della castità provata e ben radicata, una grande umiltà, ardore, ubbidienza, povertà e amore verso Dio e verso  il prossimo, fu facile constatare la loro graduale crescita, e in particolare verso la fine della sua vita aumentò in lei l’amore verso Dio. Lo espresse nelle sue poesie. Oggi non ricordo tutto esattamente, ma in generale mi viene in mente lo stupore che provai davanti al contenuto di queste poesie (non davanti alla forma) quando le lessi»[2].

 Si potrebbe dire che Sopoćko  e suor Faustina erano collaboratori nel compimento della volontà del Signore Gesù sul culto della divina misericordia. Sia Kowalska che Sopoćko lavorarono intensamente alla diffusione del messaggio del Gesù Misericordioso, la cui volontà era per loro il punto di riferimento più importante. «Ho fiducia in Dio e sono fiducioso che tutto funzionerà secondo la Sua volontà»[3]. In una lettera Sopoćko scrisse a suor Faustina: «Vi consiglio, da parte mia di continuare a lavorare ed optare per la volontà di Dio con grande cautela e calma (…)»[4]. Ecco come rispose Kowalska al suo direttore spirituale: In tutto questo, bisogna affidarsi alla volontà di Dio e senza preavviso, non fare nulla da soli. Ora possiamo capire meglio la necessità di lavorare lentamente e con pazienza»[5]. Il confessore in una lettera del 23 marzo 1936,  consigliò:

«Pace, pazienza, e ascolto della volontà di Dio. La festa della divina misericordia, voluta dal Signore Gesù tramite suor Faustina, sarà istituita senza andare dal Santo Padre. Inoltre, una visita personale a Roma non sarebbe necessaria, anzi, in questo momento, potrebbe addirittura causare pregiudizi. Dobbiamo prima preparare il terreno, coinvolgendo vescovi, arcivescovi e cardinali della nostra nazione e, poi, tramite questi ultimi inviare una richiesta collettiva al Santo Padre. Da questo momento, l’istituzione di questa festa sarà solo una questione di tempo»[6].

Questo scrisse il Nostro sacerdote il 10 luglio 1936, quando suor Faustina pensava di recarsi dal Papa in occasione della Giornata della divina misericordia.

Nei ricordi di Sopoćko troviamo un’altra sua riflessione inerente l’incontro con Kowalska:

 «Ci sono delle verità di fede che sembrano essere conosciute, di cui si parla spesso, ma senza capirle e tanto meno viverle. E così è successo anche a me, per quanto riguarda la verità della divina misericordia. Tante volte ho riflettuto su questa verità nelle meditazioni, specialmente durante i ritiri spirituali, tante volte ne ho parlato nelle omelie e ho ripetuto le parole delle preghiere liturgiche, ma non cercai di approfondirne il contenuto e l’importanza per la vita spirituale: in particolare non riuscii  a capire, e all’inizio non potei accettare che la divina misericordia fosse l’attributo più alto di Dio Creatore, Salvatore, Santificatore. Ci voleva un’anima semplice e santa, profondamente unita a Dio, la quale - come credo - per ispirazione Divina me ne parlò incitandomi a studiare, a cercare e a riflettere su questo tema. Quest’anima era suor Faustina (Helena Kowalska) della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Essa lentamente arrivò a convincermi al punto tale che oggi considero il culto della divina misericordia, e particolarmente l’istituzione della festa della divina misericordia la prima domenica dopo Pasqua, come uno degli obiettivi prioritari della mia vita»[7].

 Verso la fine del 1937 lo stato di salute di suor Faustina peggiorò sensibilmente. Il sacerdote andò a trovarla all’inizio di settembre del 1938. Suor Faustina era già sul letto di morte. In occasione dell’incontro gli trasmise l’invito a non cessare di diffondere il culto della divina misericordia e di cercare di instaurare la festa. Contemporaneamente suor Faustina avvertì Sopoćko che le sue visioni mistiche sulla misericordia di Dio rischiavano di apparire non veritiere e quindi un fallimento. E così fu. Per quanto riguardava la nuova congregazione gli disse che sarebbe iniziata da alcune piccole cose e l’iniziativa sarebbe stata intrapresa da altri. Lei stessa accettò definitivamente il pensiero di non poter fondare la congregazione, così come era avvenuto con la visione del quadro. E ciò le venne suggerito dal Signore[8]. In una relazione il sacerdote affermò:

 «Una volta vidi suor Faustina in estasi, era il 2 settembre 1938, quando la visitai all’ospedale di Prądnik e la salutai prima di partire per Vilnius. Mi allontanai un po’e poi mi ricordai di avere portato alcune copie di preghiere alla divina misericordia stampate a Cracovia (novena, litanie e così detta coroncina). Tornai subito indietro per consegnargliele. Aprendo la porta della stanzetta singola, dove si trovava,  la vidi raccolta in preghiera. Era seduta, ma quasi sollevata al di sopra del letto.  Lo sguardo fissava qualche oggetto invisibile, le pupille erano un po’ dilatate, non si accorse che io ero entrato, mentre io non volli disturbarla e ebbi intenzione di indietreggiare. Tuttavia presto tornò in sé, notò la mia presenza, chiese scusa per non aver udito quando bussavo alla porta e quando entravo. Le consegnai queste preghiere e la salutai, e lei mi disse: Arrivederci in cielo! Quando il 26 settembre andai a farle un’ultima visita a Łagiewniki, non volle più conversare o piuttosto non riusciva più a farlo, dicendo: Sono occupata a stare col Padre Celeste. Infatti, dava l’impressione di un essere soprannaturale.      In quel momento non ebbi alcun dubbio che fosse vero tutto quello che raccontava nel Diario sulla Santa Comunione, ricevuta in ospedale dalle mani di un Angelo. Per quanto riguarda l’oggetto delle apparizioni di suor Faustina non vi è nulla di contrario alla fede o al buon costume, né nulla che riguardi le opinioni contrarie dei teologi. Anzitutto porta ad una migliore conoscenza e all’amore di Dio»[9].

prof. Gregorio - Grzegorz Stanislaw Lydek


 
[1] Cf. G. Cionchino - R. Tisot - S. Tongetti, Gesù confido in Te - Periodico per la coscienza  e la contemplazione della Divina Misericordia, Bimestrale n. 3 - Giugno - Luglio, Shalom, Camerata Piacenza (AN) 2008, p. 19. 
[2] M. Sopoćko, Wspomnienia o zmarłej siostrze Faustynie Kowalskiej, p. 6.
[3] Ibidem.
[4] F. Kowalska, Lettere, p. 63.
[5] Ibidem.
[6] T. K. Szałkowska, Tajemnica Miłosierdzia, p. 55. 
[7] M. Sopoćko, Wspomnienia o zmarłej siostrze Faustynie Kowalskiej, p. 1.
[8] H. Ciereszko, Ksiądz Michał Sopoćko Apostoł Miłosierdzia Bożego, p. 55.
[9] M. Sopoćko, Wspomnienia o zmarłej siostrze Faustynie Kowalskiej, p. 7.