L'Inps ha pubblicato i dati di febbraio 2016, relati all'andamento dei contratti di lavoro. Il dato conferma la tendenza già registrata  nel mese precedente.

Le assunzioni nel settore privato a febbraio 2016 sono risultate 341.000, pari ad un calo di 48.000 unità (–12%) rispetto a febbraio 2015; il calo registrato a gennaio era risultato del 17%.

Il rallentamento riguarda soprattutto i contratti a tempo indeterminato, che sono diminuiti di 46.000 unità, pari a -33% rispetto a febbraio 2015, con una contrazione quasi del tutto identica a quella registrata a gennaio sul corrispondente mese del 2015.

Invece, sui contratti a tempo determinato l'Inps ha registrato 231.000 assunzioni, un valore pressoché stabile rispetto sia al 2015 che al 2014. 

I contratti di apprendistato risultano diminuiti del 3% con 15.000 unità. Ma il valore più indicativo di tutti è la forte contrazione, -50%, relativa alla trasformazione dei contratti a tempo indeterminato.

Quindi, se mai ce ne fosse stato bisogno, questa è l'ennesima riprova che quella pseudo riforma del lavoro denominata Jobs Act non ha riformato un bel nulla se non la diminuzione delle garanzie ai lavoratori, mentre i posti di lavoro a tempo indeterminato registrati lo scorso anno erano solo trasformazioni dovute alla forte defiscalizzazione degli oneri contributivi che, a partire dal 2016, è stata drasticamente ridotta.

Allucinate le dichiarazioni in proposito del ministro del Lavoro Poletti che continua a compiacersi dei risultati del 2015, ritenendo normale che in funzione di quegli aumenti oggi si registrino dati in contrazione. Non solo, Poletti ha pure aggiunto che l'azione del Governo ha permesso di anticipare la trasformazione dei contratti al 2015.

Però, come da tempo molti si chiedono, è come questa riforma del Jobs Act potesse creare nuovi posti di lavoro. Tuttora rimane un mistero e, visti i risultati, c'è da dire che tale mistero sarà sempre più inestricabile.