La teologia di Sopoćko porta in sé un certo condizionamento provocato dal modello e dallo stile del manuale, soprattutto dal metodo utilizzato nell’elaborazione teologica. Nei suoi saggi il Nostro ha voluto mettere in risalto la misericordia quale tema centrale per la teologia del XX secolo. Il discorso su Dio, infatti, che rende razionalmente conto della fede in Lui, significa riflettere in modo del tutto nuovo sull’importanza centrale del messaggio della misericordia di Dio, attinto dalla testimonianza della Sacra Scrittura. Egli era fermamente convinto che non si poteva trascurare il tema della misericordia nella teologia. Per poter comprendere gli sforzi di Sopoćko, occorre una breve riflessione sulla manualistica di fine XIX e inizio XX secolo.

La teologia del XIX secolo doveva fare i conti con il radicale mutamento economico  e sociale che stava portando l’Occidente verso la modernità. L’aumento generale del tenore di vita e l’atteggiamento scientifico nuovo sono eventi così eclatanti che finiscono per generare strappi anche nel modo di intendere il rapporto con il divino[1]. 

Il modernismo, in ambito cattolico[2], è stato, indubbiamente, «un momento assai confuso di crisi, che ha investito tanto la teologia quanto l’esperienza della fede, nell’arco di tempo che si estende tra il primo e il secondo decennio del secolo XX»[3]. Tanto è vero che Sopoćko affronta quest’argomento sin dalla prima pagina del trattato sistematico De misericordia Dei introducendo il tema della misericordia come una risposta all’esigenza dell’uomo contemporaneo.  

Negli anni 1950-60 il pensiero della dottrina cristiana e della teologia usava  il linguaggio coerente. Nell’esposizione della S. Scrittura e della Tradizione divideva   l’apprendimento in tre parti: i dogmi, la morale, i sacramenti. La teologia dogmatica, infatti, studiava le verità rivelate da Dio e proposte dalla Chiesa alla fede dei cristiani. La teologia morale, invece, ricorrendo spesso al termine “precetto”, studiava «le norme della vita cristiana per il raggiungimento del fine ultimo»[4]. 

Sopoćko, prima della seconda guerra mondiale, avvertì il desiderio di scrivere  un trattato dogmatico sulla misericordia. Nel 1936, appunto, pubblicò una breve analisi teologica sulla misericordia scritta in polacco:[5] La misericordia di Dio. Analisi teologico-pratico[6], dove possiamo constatare una prima prova di avvicinamento interessante    al mistero di Dio, che è “amore e misericordia” (l’amore di Dio è come un fiore - la misericordia invece, è come un frutto di questo amore di Dio; tutto inizia nell’amore  e tutto si trasforma nella misericordia)[7]. Dal testo s’intuisce il desiderio di dare inizio al progetto di una più ampia e dettagliata riflessione sistematica sulle questioni fondamentali della dottrina su Dio e sui suoi attributi (proprietà)[8].

Nel 1940, il trattato scritto in latino De misericordia Dei. Deque eiusdem festo instituendo. Tractatus dogmaticus ac liturgicus (58 pagine), fu portato a termine con un ottimo esito, che corrispondeva alle attese del teologo polacco. Fu pubblicato in numerose copie nel 1941 (Vilnius 1941, Detroit 1943, Varsavia 1947)[9]. Teniamo ben presente, però, che quando Sopoćko scrive “cresce” con la manualistica del tempo in cui vive[10]. 

Un’altra pubblicazione della riflessione sistematica di Sopoćko è: La misericordia di Dio nelle sue opere, che fu stampata in quattro volumi negli anni 1959-1967[11]. Il Nostro, nello scrivere quest’opera e in tutta l’impostazione del pensiero teologico sulla misericordia di Dio, utilizza il metodo deduttivo[12]. 

Gli altri scritti di Sopoćko (meditazioni, articoli, lettere, diario)[13] contengono l’approccio all’idea della misericordia di Dio. Il Nostro, grazie all’amicizia con Julian Chrόściekowski[14], fu aiutato nella traduzione delle opere sistematiche in tante lingue straniere e nella loro pubblicazione in vari paesi (Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Spagna, America, Lituania). Sopoćko nelle pubblicazioni degli anni ’30-’60 poneva  il discorso della misericordia di Dio come un tema importante ed centrale[15]. 

Nei manuali dogmatici tradizionali del XIX e XX secolo invece, il discorso della misericordia non occupa affatto un posto centrale[16]. Infatti, «manca spesso addirittura del tutto, e se mai compare, è sempre in una posizione decisivamente marginale. Le eccezioni confermano la regola, ma non riescono a cambiare in modo radicale la situazione generale»[17]. Il vero motivo della trattazione superficiale del tema della misericordia  è abbastanza chiaro; se sfogliamo i manuali in latino, polacco, italiano, francese e tedesco, in essi stanno «in primo piano le proprietà di Dio derivate dall’essenza metafisica di Dio intesa come - ipsum esse subsistens: semplicità, infinità, eternità, onnipresenza, onniscienza, onnipotenza e altre»[18]. A questo punto, possiamo affermare che la misericordia viene «trattata come una delle proprietà di Dio tra le altre e, il più delle volte, solo brevemente dopo le altre proprietà»[19]. 

Questo risultato deludeva Sopoćko e gli imponeva quindi di ripensare tutta la dottrina degli attributi (proprietà) di Dio e di assegnare alla misericordia il posto che le compete. Per il teologo polacco, infatti, quel risultato non corrispondeva né all’importanza centrale della misericordia nella testimonianza biblica, né alle spaventose esperienze del XX secolo. In una situazione, nella quale molti contemporanei del Nostro sono diventati scoraggiati, privi di speranza e di orientamento, il messaggio della misericordia di Dio, presentato da Sopoćko, doveva essere quello della fiducia e della speranza[20]. Perciò porre in evidenza l’importanza della misericordia di Dio nella situazione del XX secolo ha costituito per la teologia di Sopoćko una grande provocazione e una sfida[21]. 

prof. sac. Gregorio - Grzegorz Stanislaw Lydek


 
[1] Costatiamo che «il protestantesimo definiva la teologia liberale, in quanto essa affermava da un lato il valore supremo della fede cristiana, dall’altro portava i valori del liberalismo ottocentesco»: T. Meimaris,  Thirty years of the international theological dialogue, in “Nicolaus” 40(2013), pp. 161-162; M. Antonelli, Manuali di Teologia Fondamentale, in “La Scuola Cattolica” 122(1990), pp. 44-46; K. H. Neufeld, Über fundamentaltheologische Tendenzen der Gegenwart, in “Zeitschrift für Katholische Theologie” 111(1989), pp. 18-24.
[2] Sottolineiamo che la Chiesa Cattolica, “rispondendo al modernismo”, ha proposto la riscoperta del “pensiero tomista, aperto alla riflessione contemporanea”. 
[3] P. Sguzzardo, Sant’Agostino e la teologia trinitaria del XX secolo, Città Nuova, Roma 2006, p. 74: vedi F. Ardusso, Orientamenti contemporanei di Teologia Fondamentale, in “Archivio Teologico Torinese” 1(1995), p. 16: J. Cahill, Una teologia fondamentale per il nostro tempo, in “Concilium” 5(1969), pp. 80-82; C. Izquierdo, J. M. Odero, Manuales de Teología Fundamental, in “Scripta Theologica” 18(1986), pp. 58-62.
[4] B. Bartman, Teologia dogmatica, s.e., Roma 1949, pp. 123-124.
[5] Sopoćko pubblica quest’analisi teologica-pratica, a distanza di tre anni dal primo incontro con suor Faustina (l’estate del 1933).
[6] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże. Studium teologiczno - praktyczne [Misericordia di Dio. Lo studio teologico-pratico], Wydawnictwo Studiów Teologicznych, Wilno 1936.
[7] Notiamo che sin dall’inizio di ogni capitolo, Sopoćko parte da una premessa rilevante e presenta brevemente il tema del discorso trattato. Il passo successivo è il rafforzamento dell’argomentazione, con una citazione biblica, seguita da una breve esegesi di essa. In seguito, lascia spazio al contesto storico, cioè esamina un evento salvifico (per esempio: l’incarnazione del Verbo, la croce, la risurrezione - spiegando la loro simbologia, il senso, il significato, le usanze, i gesti compiuti, gli oggetti usati), conducendo gradualmente il lettore alla scoperta dello stretto legame con il tema della misericordia. Nella seconda parte del discorso, procede nell’analisi dogmatica, dove dimostra l’originalità, l’attualità e la novità dell’argomento trattato. La terza ed ultima parte di ogni capitolo è la più spirituale, riservata alla conclusione con una preghiera composta dal Nostro, che sintetizza il discorso appena sviluppato. 
[8] Ad aprile del 1939, il Nostro s’incontrò personalmente con il primate della Polonia, il cardinale August Hlond (Primate di Polonia (1881-1948). La figura del card. Hlond, direttore e ispettore salesiano, secondo cardinale salesiano e personaggio di grande rilievo della Chiesa polacca di questo secolo, organizzatore della vita ecclesiastica in Polonia, denuncia al mondo le atrocità compiute dai nazisti - a giudizio dello spionaggio fascista avrebbe potuto essere eletto papa alla morte di Pio XI - ma non è molto conosciuto, soprattutto oltre                i confini polacchi: cf. S. Zimniak, Il contributo di don August Hlond allo sviluppo dell’Opera salesiana nella Metteleuropa, LAS, Roma 1999), da cui ottenne l’appoggio e il pieno consenso di scrivere il testo. Tanto             è vero che il cardinale lo incoraggiò a preparare un trattato con una base teologica solida, che potesse promuovere l’approvazione della Chiesa per istituire una festa della divina misericordia. Il primate, a nome della Conferenza Episcopale Polacca, promosse e presentò l’idea alla Congregazione per il Culto Sacro: cf. H. Ciereszko, Ksiądz Michał Sopoćko Apostoł Miłosierdzia Bożego [Don Michał Sopoćko apostolo della Divina Misericordia], p. 141.
[9] Ibidem, p. 334. 
[10] Considerimao che la forma mentis di Sopoćko si è formata con manuali di F. Schmid, Christus als Prophet, Brixen 1898, I. Smit, P. Dausch, Granderath, I. Bautz, Zigliara, Propedeutica ad s. Theologiam, Romea 1897, J. Gauma, B. Ezechiel, Mailett, G. Von Noorth, A. Trzanel, Van Hoonacker, Mazzella di F.W. Newaman, F. Simon, P. Janet, M. Sienatycki, i quali aprono maggior desiderio e stimolo per la ricerca teologica: vedi E. Ozorowski - Z. Jarząbek (edd.) - E. Bobkowska (edd.),  I dialoghi sulla Misericordia Divina, p. 29.
[11] Il primo fu pubblicato a Londra nel 1959 (M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, Stockbridge Mass, London 1959.), gli altri tre negli anni ’60 a Parigi (ibidem, voll. II-IV, Paryż 1960.) e a Roma (ibidem, voll. I-IV, Rzym 1962.), grazie all’aiuto di persone che abitavano nell’ovest europeo, interessate al tema della misericordia nella dogmatica. Bisogna rilevare che, proprio in seguito alla diffusione dell’opera, cresceva l’interesse dei teologi per l’argomento.                     
[12] Sopoćko, nella sua teologia, intende questo metodo come procedimento logico dei discorsi trattati. Essi derivano da una premessa data, (per esempio: Il senso della risurrezione di Cristo) giungendo ad una conclusione che ne rappresenta la necessaria e logica conseguenza (per esempio: La misericordia di Dio si rivela nel mistero della risurrezione di Cristo). 
[13] Altri scritti pubblicati, che riportano la riflessione teologica di Sopoćko sulla misericordia, in qualche modo già menzionata nelle sue opere precedenti, sono: Gods is Mercy. De Christo Salvatore Miserentissimo adorando et de sua misericordia generi humano imploranda (1968); Lord, have mercy on us (1969); The Mercy of God in his Works (1962); La misericordia in eterno. Le meditazioni sulla misericordia di Dio (1972). : Dz., q. I, p. 44.
[14] Un sacerdote religioso polacco della Congregazione dei Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria in Inghilterra.
[15] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże. Studium teologiczno - praktyczne [Misericordia di Dio. Lo studio teologico-pratico].
[16] Per esempio in J. Pohle - J. Gummersbach, Lehrbuch der Dogmatik I, M. Gierens, Paderborn 1952, pp. 338-340: la misericordia viene trattata quasi come un’appendice e come ultima delle proprietà di Dio. In un altro manuale, come F. Diekamp, Katholische Dogmatik, vol. I, s.e., Műnster 1957, p. 225; al tema della misericordia vengono dedicate soltanto undici righe, sempre però, accanto ad altre proprietà. In un alto ancora, ad esempio L. Ott, Compendio di teologia dogmatica, Marietti, Torino 1957, mezzo alle proprietà morali di Dio, troviamo una pagina dedicata alla misericordia.
[17] W. Kasper, Misericordia - Concetto fondamentale del vangelo - Chiave della vita cristiana, Queriniana, Brescia 2013, pp. 21-22. 
[18] Ibidem, p. 23. : E. Jone, Compendio di teologia morale, Marietti, Roma 1951, p. 135.
[19] W. Kasper, Misericordia, p. 20. 
[20] Per Sopoćko, la situazione della “scarsa riflessione sistematica” sul tema della misericordia, pone  dinanzi alla questione fondamentale e urgente della definizione “dell’essenza e degli attributi di Dio”. Per questo motivo, il teologo polacco viene spinto ad iniziare una nuova riflessione sulla dottrina di Dio: vedi M. Sopoćko, De misericordia Dei. Deque eiusdem festo instituendo. Tractatus dogmaticus ac liturgicus, Studia Teologiczne, Vlinea 1941, pp. 3-4.
[21] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 5 - 16.