Nell'Aula delle Sezioni Riunite della Corte dei conti di Roma, in  occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2016, il Presidente Raffaele Squitieri ha tenuto la relazione sull'attività svolta nell'anno appena trascorso.

Dopo aver tracciato il quadro dell'andamento economico del paese in base alle scelte dell'esecutivo ed in funzione dell'andamento della situazione economica in Italia e all'estero, il punto della relazione che ha destato  maggiore interesse è, parole del presidente Squitieri «il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà   incontrate   dagli   interventi   [...] di   "revisione   della spesa" [...] anche imputabili ad una non ottimale costruzione di basi conoscitive  sui  contenuti,  sui  meccanismi  regolatori  e  sui  vincoli  che caratterizzano  le  diverse  categorie  di  spesa  oggetto  dei  propositi  di taglio».

E più in dettaglio il presidente della Corte dei Conti ha posto l'accento che il contenimento della spesa non viene effettuato in termini i razionalizzazione e maggior efficienza nella gestione di strutture e servizi, quanto piuttosto «ad operazioni assai   meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di prestazioni rese alla collettività.

Dai tagli operati è, dunque, derivato un progressivo offuscamento delle  caratteristiche  dei  servizi  che  il  cittadino  può  e  deve  aspettarsi dall'intervento pubblico cui è chiamato a contribuire. Queste  contraddizioni  appaiono,  naturalmente, più  stridenti sul fronte degli enti territoriali.

Così, per le regioni, al netto di quanto destinato al finanziamento   della  spesa  sanitaria,  si  evidenzia  come  il  progressivo  taglio  delle risorse  disponibili  si  sia  tradotto  in  una  modifica  del  rilievo  delle funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali e diversità di accesso dei cittadini ai servizi».

Le parole del presidente Squitieri non lasciano spazi a interpretazoni e sofismi di sorta, in special modo da parte del governo che è, in pratica, messo di fronte alle proprie evidenti responsabilità.

Di fronte a considerazioni critiche tanto importanti non è ancora pervenuta una benché minima replica da parte del governo e del presidente segretario Matteo Renzi, sempre prontissimo in altre occasioni ad inondare social e siti web con prontissime note di esaltazione dei propri meriti. Stavolta non ci ha ancora fatto sapere nulla al riguardo!