Un'inchiesta esclusiva della Reuters descrive il modo in cui Trump ha gestito in passato un investimento immobiliare a Panama, concedendo il proprio marchio per quello che sarebbe dovuto diventare il Trump Ocean Club International Hotel and Tower, un edificio sul lungomare a forma di vela con negozi, appartamenti hotel e casinò.

L'affare per Trump, doveva essere una specie di rodaggio per la figlia Ivanka, da poco entrata a far parte del business di famiglia. Il suo coinvolgimento fu dovuto ad un'idea di Roger Khafif, realizzatore del progetto che, grazie al marchio Trump, pensava così di poter far fruttare al meglio il proprio investimento.

Per finanziare la costruzione, la società di Khafif aveva pensato di emettere delle obbligazioni che sarebbero poi state sottoscritte dalla banca di investimento americana Bear Stearns, purché venisse dimostrato che gli appartamenti che si stavano costruendo fossero anche venduti.

A questo punto entrano nella vicenda una serie di venditori (definirli spregiudicati è forse poco), che si mettono all'opera per vendere gli appartamenti del Trump Ocean Club. Questi venditori adesso sono indagati per reati che vanno dal traffico di esseri umani al riciclaggio di denaro, di cui è accusato anche Alexandre Ventura Nogueira, che a tale scopo avrebbe operato in favore di un narcotrafficante colombiano.

Inutile dire come, in base a testimonianze, foto e documenti, Ivanka Trump, insieme agli altri figli dell'attuale presidente, e Donald Trump stesso, siano coinvolti nella vicenda seppur indirettamente, avendo solo prestato il nome all'iniziativa e non in relazione alla vendita delle unità immobiliari.

Va da sè che alcuni giuristi americani hanno iniziato a domandarsi se il fare affari a Panama fosse per Trump un modo per ottenere o meno "vantaggi" fiscali o eludere le tasse negli Stati Uniti... ma questo è un aspetto dell'inchiesta che potrebbe avere degli sviluppi forse in futuro.

Naturalmente, nella vicenda, non potevano mancare i russi, in qualità di investitori, a cui lo stesso Donald Trump ha promosso l'affare in un evento, a quanto pare organizzato allo scopo, nella sua residenza di Mar a Lago in Florida.

Come è andata a finire? Non bene, per il costruttore che è fallito, per gli acquirenti che al momento di entrare in possesso dei loro beni si sono ritrovati a litigare con due o tre altre persone per decidere chi ne fosse il proprietario, per i venditori fuggiti da Panama, per la banca che ha prestato il denaro... ma non per Trump che comunque è riuscito pure a guadagnarci dei soldi, rinunciando però ad una parte degli utili: 30 milioni di dollari invece di 50.