«Ci sono diversi fattori che rendono un Paese affidabile agli occhi della comunità internazionale. Tra questi c’è la continuità nelle sue scelte di fondo.»

Queste le parole pronunciate da Pier Ferdinando Casini in un post del 21 settembre sul suo profilo personale di facebook. Se Casini parla di affidabilità di un Paese in relazione alla sua coerenza nel mantener fede alle scelte fatte in passato, è evidente che, altrettanto, almeno secondo Casini, ci si deve attendere dalle singole persone che possono essere giudicate affidabili solo se continuano a dire e a fare ciò che in passato hanno detto e fatto.

Adesso andiamo a leggere un altra dichiarazione web fatta dallo stesso Casini sul suo sito iustituzionale: «Da sempre denuncio la patologia di un Parlamento che ad ogni legislatura aumenta l’istituzione di Commissioni d’inchiesta, il più delle volte per rispondere a vanità di singoli parlamentari o alla rappresentazione scenografica di problemi che il legislatore ha ben altro modo di affrontare.

Solo in questa legislatura ne sono state istituite non meno di 15 e, in entrambi i rami del Parlamento, sono state presentate circa 200 proposte per l’istituzione di altrettante Commissioni monocamerali o bicamerali di inchiesta.

In realtà le Commissioni d’inchiesta vanno maneggiate con grande cura istituzionale, evitando che assumano il ruolo di cassa di risonanza di polemiche tra i partiti. Strumentalizzare problemi di questa serietà, addirittura in presenza di indagini giudiziarie, che devono essere salvaguardate, significa agire da puri irresponsabili e prepararsi ad una estenuante campagna elettorale, questa volta condotta sulle spalle dei risparmi e degli italiani.

Un impasto di demagogia e pressapochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni.»

Questo scriveva Casini in relazione alla possibilità che venisse coistituita una Commissione d'Inchiesta parlamentare sulle banche. Bene. La Commissione bicamerale è stata istituita e ne sono stati indicati i componenti tra senatori e deputati, i segretari, i vicepresidenti e il presidente che ne conduce i lavori. Chi mai è stato scelto per ricoprire tale incarico? Pier Ferdinando Casini, che, come riportato all'inizio, memore della necessità di proseguire nelle sue scelte di fondo, ha accettato l'incarico di presiedere una Commissione che aveva, solo pochi mesi fa, definito inutile.

Ci sarebbero poi anche l'amicizia con Cesare Geronzi e la parentela o ex parentela con l'altro banchiere Francesco Gaetano Caltagirone che potrebbero far pensare ad un possibile conflitto di interessi di Pier Ferdinando Casini in relazione alla sua partecipazione in quella Commisione, figuriamoci poi nel suo ruolo di presidente.

Ma è solo una questione di puntualizzazione. Infatti è noto a tutti che questa Commissione, istituita con voluto colpevole ritardo, non produrrà assolutamente nulla se non l'ennesima perdita di tempo, visto che ormai la legislatrura è al termine, le elezioni sono alle porte e il PD non ha certo interesse, tra le altre cose, a spiegare agli italiani come sia stato possibile far fallire il MPS facendogli acquire dal Banco di Santander una banca stracotta ad un prezzo fuori mercato o se Maria Elena Boschi, nonostante il ruolo istituzionale relativo a tutt'altro campo di interessi, abbia o meno cercato di promuovere l'acquisto di Banca Etruria - il cui padre faceva parte del Consiglio di amministrazione - da parte di alcune primarie banche italiane contattandone presidenti e amministratori.

Quindi, nominare presidente Pier Ferdinando Casini è stata solo una inutile precauzione.