Riforma Giustizia e Csm approvati all’unanimità. Il commento di Vincenzo Musacchio.
di Lucia De Sanctis
Vincenzo Musacchio, criminologo, giurista e associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Nella sua carriera è stato allievo di Giuliano Vassalli, amico e collaboratore di Antonino Caponnetto, magistrato italiano conosciuto per aver guidato il Pool antimafia con Falcone e Borsellino nella seconda metà degli anni ’80. È oggi uno dei più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali, un autorevole studioso a livello internazionale di strategie di lotta al crimine organizzato. Autore di numerosi saggi e di una monografia pubblicata in cinquantaquattro Stati scritta con Franco Roberti dal titolo “La lotta alle nuove mafie combattuta a livello transnazionale”. È considerato il maggior esperto di mafia albanese e i suoi lavori di approfondimento in materia sono stati utilizzati anche da commissioni legislative a livello europeo.
Professore, il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità la riforma della Giustizia e del Csm, cosa ne pensa?
Dovrei leggere il testo in ogni suo dettaglio, tuttavia, dalle bozze, riconosco che siamo alla presenza di una riforma che consenta di uscire dal pantano in cui eravamo sprofondati. È un accettabile punto di partenza. C’è voluto un forte richiamo del Capo dello Stato affinché finalmente si muovesse la politica e il Governo.
Mai più magistrati in politica?Non sarei così drastico. I magistrati che si candideranno alle elezioni non elette, per tre anni non possono svolgere funzioni giurisdizionali. La norma mi sembra coerente con la non elezione, anche se io avrei inibito le funzioni giudicanti poiché chi si candida, perde la sua imparzialità. Questa ovviamente è la mia opinione. I magistrati che hanno ricoperto cariche elettive di qualunque tipo o incarichi di governo (nazionale, regionale o locale) invece al termine del mandato, non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale. La norma mi sembra coerente con i requisiti d’indipendenza e imparzialità del magistrato. Si è prevista una via di fuga. I magistrati ordinari sono collocati fuori ruolo presso il Ministero di appartenenza. I magistrati amministrativi e contabili sono collocati fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Avvocatura dello Stato.
Si è disciplinata la riduzione dei magistrati fuori ruolo?In linea di principio si è fatta una dichiarazione d’intenti. Si stabilirà poi, con i decreti attuativi, il nuovo numero ridotto dei magistrati fuori ruolo e si dovranno determinare con chiarezza quali sono gli incarichi per cui è previsto il fuori ruolo e quali quelli per cui è prevista l’aspettativa. I magistrati fuori ruolo e gli incarichi extragiudiziari, in effetti, andrebbero normati con criteri molto restrittivi. Io li avrei ridotti al minimo. Un fuori ruolo massimo per un biennio. Sembra invece che il tempo passato fuori ruolo avrà come limite massimo dieci anni.
Sul CSM invece come si è agito?Il Consiglio Superiore della Magistratura torna a essere composto di trenta componenti. Cambia anche il sistema elettorale per i magistrati, che ora diventa misto. Sarà composto di: 14 consiglieri scelti da sistema maggioritario basato su colleghi bi-nominali (dei quali saranno eletti i primi due per ogni collegio). Il 15esimo sarà un pm e sarà il terzo più votato individuato tramite un calcolo preciso. Gli ultimi cinque saranno scelti tra i giudici con un sistema di voto proporzionale su base nazionale. Io avrei scelto il sorteggio dei membri togati del Csm. Una prima fase di selezione legata al merito e alla professionalità e poi una seconda fase solo con il sorteggio. Evidentemente non è stato possibile forzare.
Sono previste anche nuove regole per gli incarichi direttivi e per la separazione delle funzioni?Questo è un altro annoso problema che affligge la magistratura. L’approccio meritocratico unito all’esperienza favorirebbe certamente i magistrati più competenti, più equilibrati e più diligenti. Per l’assegnazione degli incarichi direttivi da parte del Consiglio Superiore della Magistratura la bozza di riforma prevede la pubblicità degli atti (sul sito intranet del Csm, nel rispetto dei dati sensibili); definizione dei procedimenti, per l’assegnazione degli incarichi direttivi, in base all’ordine temporale di vacanza, salvo deroghe per gravi e giustificati motivi e ad eccezione dei posti di primo presidente e procuratore generale della Cassazione, di carattere prioritario. Sulla separazione delle funzioni onestamente non ho capito molto cosa si sia deciso. Su quest’aspetto tuttavia interverranno i prossimi referendum.
L’accesso alla carriera di magistrato è stato regolamentato?È stato abrogato l'obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione. Valorizzati i tirocini formativi e l’Ufficio per il processo. La Scuola Superiore della Magistratura terrà corsi di preparazione al concorso in magistratura per i tirocinanti. Si prevedono tre elaborati scritti e una riduzione delle materie orali. Non mi pare un granché. Rilevo tuttavia che si dovrebbe agire anche sull’offerta formativa delle Università ma ovviamente questo è un discorso molto complesso che presupponga una diversa strutturazione universitaria più pratica e meno teorica e soprattutto maggiormente adeguata all’accesso verso le professioni.
In conclusione, siamo alla presenza di un nuovo approccio riformatore?È un primo pilastro per la costruzione del nuovo edificio. Sarà in seguito necessario porre rimedio all’inefficiente organizzazione del “Sistema Giustizia”. Abbiamo i migliori magistrati d’Europa che al tempo stesso sono i peggiori in fatto di organizzazione. Sarà indispensabile ridurre l’eccessiva “criminalizzazione” di molte condotte che potrebbero essere risolte con sanzioni non di natura penale. Dovremo attendere il Parlamento e l’esito dei referendum sulla giustizia dai quali dipenderanno anche altre evoluzioni o involuzioni. Il percorso intrapreso e appena all’inizio. Come dice il proverbio, se mai si comincia, mai si finisce.