Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha ringraziato Nas e magistrati per aver smascherato gli assenteisti dell'ospedale Loreto mare di Napoli: decine di addetti del personale sanitario di quella struttura, dopo aver timbrato il cartellino di presenza, andavano a casa a farsi i fatti propri.

Una situazione ben oltre il paradossale che farebbe pensare che nella sanità ci siano fin troppi addetti, visto il numero di persone coinvolte nell'inchiesta di Napoli. Ma è realmente così? Un'inchiesta di Rassegna sindacale e Radioarticolo1 indica invece l'esatto contrario.

Dal 2009 i tagli nella sanità pubblica hanno portato ad una riduzione di 50mila addetti, con il ricorso sempre più frequente al precariato. E solo nell'anno 2015 sono stati 10mila i tagli che hanno riguardato medici, infermieri e operatori di assistenza.

A questo va aggiunto che, nonostante i proclami, il Fondo sanitario nazionale (FSN), dopo l’accordo in Conferenza delle Regioni del 23 febbraio, ha subito un’ulteriore riduzione di 422 milioni, passando così da 113 a 112,5 miliardi.

Inutile sottolineare come questi dati finiscano per ricadere sui cittadini in relazione alla qualità e ai tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, così da favorire la sanità privata.

Il ministro Lorenzin, in più occasioni, ha annunciato la propria soddisfazione per l'ampliamento dei  Lea, livelli essenziali di assistenza, alla cui competenza sono stati destinati 800 milioni, cifra che però, in base alle stime delle regioni, andrebbe invece raddoppiata per garantire le finalità del servizio.

Ad oggi, secondo quanto indicato nell'inchiesta, a livello politico non c'è alcun progetto di costruzione e programmazione del sistema sanitario. L'unica linea guida che ha finora contraddistinto i vari governi è il concetto di riduzione, con l’accorpamento delle aziende sanitarie, da 600 a 80, il taglio dei posti letto (71.000 dal 2.008 a oggi) e quello degli ospedali. Inoltre, da annoverarsi tra i tagli, va anche aggiunto il "decreto sull’appropriatezza delle cure, che costringe i medici ad attenersi a linee guida rigorose, indipendentemente dalla complessità dei casi clinici".

Per ovviare a questa situazione, le regioni fanno sempre più ricorso al precariato - interinali, co.co.co, lavoratori a tempo determinato - portando nella sanità a 44mila il numero dei precari impiegati. Questo tipo di lavoratori viene utilizzato per far fronte alle emergenze, in situazioni particolari e non consente certo una programmazione di un piano sanitario.

Che questo porti ad un impoverimento della sanità pubblica rispetto a quella privata, non è solo una deduzione logica, lo dimostrano i fatti. L'esempio è quello della Liguria, dove la giunta di centro-destra guidata da Giovanni Toti ha annunciato di voler privatizzare il 15% del comparto sanitario, ipotizzando la cessione degli ospedali di Bordighera, Albenga e Cairo Montenotte.