Le piogge stagionali "Deyr", che normalmente iniziano a fine settembre e terminano all'inizio di dicembre, quest'anno non sono riuscite a portare acqua a sufficienza, dopo che già gli anni scorsi erano stati caratterizzati da stagioni delle piogge sotto la media o secche, che hanno lasciato milioni di bambini affamati, malnutriti e bisognosi di assistenza urgente.

Sono moltissime le segnalazioni di bambini e dei loro genitori che muoiono a causa della fame e della mancanza di acqua.

Circa 2,6 milioni di persone in Somalia - quasi il 22% della popolazione in 66 su 74 distretti in tutto il paese - sono colpiti dalla siccità e quasi 113.000 persone sono sfollate. Inoltre, si prevede che 1,2 milioni di bambini sotto i cinque anni saranno gravemente malnutriti entro la fine dell'anno, di questi, quasi 213.400 soffriranno di malnutrizione severa.

Gli operatori di Save the Children raccontano che, a causa della profonda siccità, centinaia di fonti d'acqua si sono prosciugate, numerosissimi animali sono morti e i raccolti sono secchi. Molte famiglie non hanno più accesso al cibo e all'acqua potabile e hanno perso i risparmi di una vita a causa della morte del loro bestiame. In alcune zone i prezzi dell'acqua sono saliti alle stelle.

Il deterioramento della situazione a causa della siccità ha aggravato una crisi che in Somalia si protrae già da anni e dove si prevede che il numero di persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria aumenterà del 30% nel 2022 (da 5,9 milioni a 7,7 milioni).

“Il nostro personale sul campo sta assistendo ad una situazione terribile. Fonti d'acqua prosciugate, raccolti persi e pascoli scomparsi, animali che muoiono e persone che si allontanano dalle loro comunità dopo aver visto morire il loro bestiame. Quelli che non possono permettersi di pagare acqua e cibo, si trovano davanti alla prospettiva di morire di fame e di sete. Questa è una situazione insostenibile per la popolazione della Somalia. I somali sono un popolo resilienti, che si adatta nelle avversità, ma nessuno può adattarsi rapidamente a cambiamenti climatici così drammatici” ha dichiarato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia.“La comunità globale deve assumersi la responsabilità di questa crisi. Non è colpa dei bambini somali, che hanno alcune delle più basse impronte ecologiche [1] sulla terra, se il loro mondo si sta riscaldando e i loro animali stanno morendo. I bambini stanno sopportando il peso della crisi climatica in Somalia. In Somalia, le risorse devono arrivare ora, in modo che gli operatori umanitari possano rispondere rapidamente al peggioramento della situazione e salvare vite umane. Il momento di agire è adesso, non domani, non la prossima settimana, non l'anno prossimo” ha concluso Mohamud Mohamed Hassan.
Save the Children sta fornendo acqua alle comunità colpite dalla siccità, controllando la malnutrizione dei bambini e fornendo cibo terapeutico a quelli a rischio. Inoltre sta fornendo assistenza sanitaria di emergenza per le comunità di pastori e a quelle più remote e difficili da raggiungere, oltre che assistenza economica con contanti e voucher ad alcune delle famiglie che stanno affrontando lo stress economico e alimentare, per ridurre la loro necessità di abbandonare le proprie abitazioni. Infine sono in allestimento, sempre ad opera di Save the Children, programmi di trasporto di acqua e alimentazione nelle scuole per incoraggiare i bambini a frequentare le lezioni.



[1]
La carbon footprint (impronta ecologica) è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un'organizzazione, un servizio, un evento o un individuo (consapevolmente e non), espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente (ovvero prendendo come riferimento per tutti i gas serra l'effetto associato alla CO2, assunto pari a 1).