L'aver nominato Minniti ministro dell'Interno è paragonabile solo a chiudere in una pasticceria traboccante di dolci il bambino più goloso del mondo.

L'attuale ministro dell'Interno ha sempre vissuto ai margini di servizi e sicurezza. Adesso che ne ha quasi l'esclusivo controllo è facile immaginare come possa usarne o, addirittura, abusarne.

Come qualsiasi esempio della storia passata o recente dimostra, dialogo, prevenzione e inventiva, se non astuzia, sono le armi consigliabili per gestire situazioni delicate di ordine pubblico. La forza è solo l'ultima ratio cui si deve ricorrere se proprio altre vie non sono percoribili.

E tale via sembra la linea guida seguita da Minniti per affrontare situazioni problematiche o a rischio. Ne abbiamo avuto prova recentemente con la visita di Salvini a Napoli, in occasione della quale il ministro dell'interno ha fatto di tutto per favorire gli scontri, invece di evitarli.

Sabato 25 marzo a Roma per il 60° anniversario della firma dei Trattati ci saranno da una parte capi di Stato e manifestanti. Chi dei due sia più pericoloso è tutto da stabilire. Di certo, tra i manifestanti vi è un corteo organizzato dall'associazionismo che vuole provuovere gli argomenti discussi in una due giorni in cui verranno evidenziati temi alternativi agli attuali messi in campo per dar vita ad un Europa diversa e più giusta. Non saranno certo loro i soggetti pericolosi da mettere sotto controllo. Molto più pericolosi sono invece i capi di Stato che finora, nonostante siano stati eletti dai loro cittadini, hanno lavorato per fare gli interessi di banche e multinazionali promosse dai lobbisti.

Ovviamente, la vulgata istituzionale ci ha anticipato, per domani, un giorno da tragedia, dove scontri e violenze sono da considerarsi scontati. 

E per proteggere i principali artefici del disastro finora combinato in Europa, il ministro Minniti ha pensato bene di creare zone di interdizione di colore diverso, "blu", "green" e "no fly" per consentire ai disastrosi e disastrati leader europei di autocelebrarsi e di autocompiacersi per il lavoro svolto e che, quasi sicuramente, verrà loro riconosciuto da aziende e banche d'affari con incarichi di prestigio.

Pertanto, sabato 25 marzo, il traffico sarà interdetto nell’area Campidoglio (“Blue zone”) e nell’area Quirinale (“Green zone”). Nelle due aree saranno sospese le fermate e i capilinea dei mezzi di trasporto pubblico.

Saranno chiuse, a partire dall’ultima corsa della serata del 24 marzo e per tutta la giornata del 25 marzo, la fermata “Colosseo” della metro “B” e le fermate “Spagna” e “Barberini” della metro “A”. Il capolinea della linea tramviaria “8” sarà spostato alla fermata sita in via Arenula/Cairoli.

Sabato 25 marzo, il transito pedonale nella “Blue zone” e nella “Green zone” sarà consentito solo agli aventi titolo. I residenti e gli ospiti alloggiati all’interno delle due zone potranno comunque uscire dalle aree e farvi rientro.

Verranno sgomberati i veicoli in sosta (inclusi motoveicoli e ciclomotori) lungo alcune vie, e saranno chiusi musei e aree archeologiche.

Vietato inoltre il trasporto di merci pericolose (armi, esplosivi, combustibili), in tutta la zona delimitata dalla Zona a traffico limitato (Ztl) denominata “anello ferroviario”. Vietato l’accesso di qualunque veicolo adibito al trasporto di merci in tutte le Ztl del “centro storico”. Divieto di sorvolo "No fly zone" dal 24 marzo sulle aree interessate dagli eventi.

Inutile aggiungere l'apoteosi di telecamere e cecchini disposti sui tetti cui è stato fatto ricorso per l'occasione.

Il paradosso è che tutta questa organizzazione è stata allestita per proteggere chi finora ha ridotto l'Europa in braghe di tela favorendo crisi economica, miseria, disgregazione sociale, malessere, disperazione e persino suicidi... In un mondo normale, quella gente dovrebbe essere reclusa in strutture di contenimento che ne prevenissero ulteriori decisioni e ulteriori danni. Ma non è così.

I cattivi, i pericolosi sono invece le vittime, coloro che fino ad oggi hanno dovuto subire senza averne alcuna responsabilità le decisioni di siffatti statisti. Saranno loro, domani, ad essere oggetto delle attenzioni di Minniti e dei suoi poliziotti bastonatori di idee e giustizia, in nome del disordine istituzionale, economico, etico e morale di questa Europa.