Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha ringraziato la presidenza tedesca per il raggiungimento dell'accordo sul bilancio europeo e sul Recovery fund (alias Next Generation EU), che grazie allo stanziamento di 1,8 trilioni di euro consentirà di creare un'Europa più resistente, verde e digitale.
Europe moves forward!#EUCO agreement on the next EU budget & #NextGenerationEU.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 10, 2020
€1.8 trillion to power our recovery and build a more resilient, green and digital EU.
Congrats to the German presidency of the Council @EU2020DE !
Sulla stessa lunghezza d'onda, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel che ha dichiarato che per l'Ue è adesso possibile iniziare a pensare alla ricostruzione delle economie dei vari Stati avendo come obiettivi la sostenibilità ambientale e la trasformazione digitale.
Deal on the #MFF and Recovery Package #NGEU
— Charles Michel (@eucopresident) December 10, 2020
Now we can start with the implementation and build back our economies.
Our landmark recovery package will drive forward our green & digital transitions. #EUCO
Questo, infine, il commento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Appena raggiunto in Consiglio europeo l'accordo definitivo sul Next Generation EU. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all'Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!"
L'approvazione del bilancio Ue da parte di Polonia e Ungheria, Paesi che in precedenza avevano bloccato la procedura, arriva dopo la mediazione tedesca che rimanda ad una decisione della Corte di giustizia europea la legittimità della modalità di assegnazione dei fondi relativi al Next Generation EU, per l'assegnazione dei quali rimane comunque il meccanismo di tutela dello stato di diritto.
Quanto proposto dalla presidenza tedesca, oggi accettato ufficialmente da Orban e Morawiecki, rispettivamente i primi ministri di Ungheria e Polonia, non sposta di una virgola l’accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo, con quest'ultimo che adesso dovrà accettare la modifica interpretativa.
La Corte Ue normalmente impiega un tempo che oscilla tra i 18 e i 24 mesi per esprimersi su un argomento.